La vicenda di una lunga nottata segnalata dal medico del Piemonte Cocivera. Niente posti letto al Policlinico, reparto del Papardo chiuso, “intoppi” burocratici per il trasferimento a Taormina: i paradossi della sanità messinese La storia che vi raccontiamo si svolge nell’ospedale più “chiacchierato” delle ultime settimane, il Piemonte di Messina. A segnalarcela è uno dei protagonisti, il dirigente di I livello di Ostetricia Giovanni Cocivera, che sul fatto ha redatto una dettagliata relazione inviata al direttore generale dell’Azienda ospedali riuniti Papardo Piemonte e al direttore sanitario. Ve la raccontiamo così come è narrata dal medico, anche perché non necessita di commenti. Una donna incinta alla 39esima settimana si reca al Piemonte lamentando diversi dolori. Giunge all’ospedale di viale Europa intorno alle 22.30 e, in assenza di posti letto, viene “accolta” al Pronto Soccorso. Dopo la visita ostetrica e il cosiddetto “tracciato”, il medico stabilisce che è necessario il ricovero della donna. E qui iniziano le grane. Contattato il Policlinico, la risposta è negativa: niente posti letto a disposizione. Viene allora chiamato in causa al Papardo, ma il reparto, coinvolto nel trasferimento nel nuovo Polo materno infantile, è chiuso. Il medico, dunque, si rivolge all’ospedale di Taormina (sono già le 23), che comunica la disponibilità ad ospitare la paziente. Ma ci si mette di mezzo la burocrazia: la paziente, infatti, avrebbe dovuto essere trasferita a Taormina accompagnata dall’ostetrica in servizio al Papardo (non dovendo far fronte a ricoveri), ma dall’ospedale della zona nord giungono solo titubanze, e la disponibilità ad effettuare il trasferimento solo su ordine di servizio della direzione sanitaria. L’ostetrica chiede anche la presenza del neonatologo, mentre parte la ricerca di un medico reperibile della direzione sanitaria per ottenere l’ordine di servizio. L’orologio segna le 00.30, sono passate due ore dall’arrivo della paziente al Piemonte, paziente in chiaro travaglio iniziale nella quale si è generata nel frattempo una crisi ipertensiva. Cinque minuti prima dell’una di notte, dunque, Cocivera si trova costretto ad operare d’urgenza la donna, con l’aiuto dell’ostetrica del Piemonte. E in assenza di posti letto, dopo l’operazione, la povera paziente è stata “ricoverata” su una barella della stanza per le ecografie, con un parente a fianco non essendo munita, la stanza stessa, dei campanelli per chiamare il personale paramedico. Questa è la storia, questa è la vicenda paradossale di una città che necessita di nuovi posti letto ma che rischia di perderne ulteriormente.
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