MESSINA – Inviata dalla Segreteria Nazionale del PD in sostituzione dell’incontro già programmato con Stefano Fassina, la Ghedini ha promesso di portare all’attenzione del Governo nazionale il caso degli ex cuccettisti messinesi. Seduta nell’atrio del Campanile del Duomo, con le spalle alle guide turistiche e rivolta agli ex Servirail che si affollano a semicerchio intorno, la senatrice Rita Ghedini, non sembra essere lì per la solita passerella politica. Ascolta con la fronte aggrottata, interrompe ogni tanto, asciutta, per chiedere ulteriori spiegazioni. Accanto a lei il deputato regionale del PD, Panarello e il Segretario Comuale del PD, Giuseppe Grioli. È proprio Grioli a parlare per primo, assumendo a nome della sezione cittadina del Partito Democratico la responsabilità di portare avanti la battaglia degli ex cuccettisti. Poi sono gli stessi lavoratori a raccontare la loro storia, soprattutto tramite Lillo Rizzo e Giuseppe Maimone, con le integrazioni del sindacalista Michele Barresi della Fit Cisl. Presenti anche ex lavoratori Ferrotel. L’11 Agosto scadrà il sussidio di disoccupazione per gli ottanta ex Servirail. Già da questo mese percepiranno una percentuale minore, solo il 40%. Se si aggiunge lo stress di mesi di proteste e settimane di occupazione del Campanile, si capisce come non ci sia spazio per i convenevoli. “Non dovete ricordarvi della Sicilia solo in campagna elettorale!”. “Questa non è democrazia,ma dittatura!” “Il signor Moretti viola la costituzione”. Sul tema della continuità territoriale sancita e garantita dai padri costituenti nell’articolo numero 16 la Ghedini smorza i toni. La costituzione – afferma – tecnicamente non è violata dal momento che non c’è una legge che garantisce la mobilità dei cittadini in termini quantitativi. Cavilli teorici a parte, la situazione resta grave. Come ha sottolineato Barresi: “Messina è l’avamposto di una Sicilia che viene abbandonata dalle Ferrovie dello Stato”. Nel corso del dibattito è stato messo in risalto che la proposta di assorbimento nel settore della manutenzione e decoro delle cabine è stata rifiutata non per superbia ma perché “il settore in cui ci veniva proposto di immettere 60 persone ne ha espulse 100 fino a ieri”. Ferrovie dello Stato, che nel frattempo sopprime treni per mancanza di personale, potrebbe integrare senza problemi ottanta lavoratori qualificati, dal momento che – come fa notare Barresi – F.S. è anche R.F.I e Blu Ferris. Tirando le somme, Rita Ghedini si è impegnata a concordare lunedì stesso un’interrogazione parlamentare sul caso degli ottanta ex lavoratori messinesi. E mettendo un po’ le mani avanti ha aggiunto: “Non sono una sindacalista. I parlamentari possono sollecitare l’attuazione di politiche che possono consentire che si giunga ad accordi, che spetta però agli attori sociali dover stringere”. Come dire: si fa quel che si può. Alle spalle della senatrice un quadro. È stato regalato il girono prima dal pittore Taibi agli ex Servirail. Gli uomini senza volto in frac, che affollano la tela, sembrano gli ipotetici interlocutori degli ex lavoratori in polo, con la faccia schietta, gli occhi attenti e le sopracciglia aggrottate. Al centro del quadro un bambino che rappresenta la speranza. All’ombra del campanile – quanto mai grata in giorni roventi come questi – però, è sempre più difficile mantenerla in vita.
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