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Prima i lamenti di sindaco e assessore, dal titolo vittimistico “Un duro colpo inflitto al Kaulonia Tarantella Festival 2012”; non aveva fatto in tempo a rispondere il consigliere provinciale Campisi, il cui senso poteva essere riassunto nell’antico detto “chi è causa del suo mal…”, che arriva l’appello dell’ex sindaco Ammendolia, firmato, oltre che da alcuni prestigiosi intellettuali che però onestamente poco conoscono delle vicende del festival e del comparto artistico-musicale in oggetto, da musicisti e operatori (anch’essi, in qualche caso, di alto livello) pagati dal festival, avendoci lavorato o aspirando a lavorarci a vario titolo.

Si può comprendere che ognuno cerchi di portare acqua al suo mulino, ma ancora una volta, da parte degli amministratori locali, si leva un pianto che però – e questo dovrebbe essere nella coscienza dei promotori – non potrà essere accolto da nessuno, pena la violazione delle regole dell’evidenza pubblica e della pari dignità di altre manifestazioni, che da più tempo si svolgono in Calabria con risultati anche maggiori, ma che mantengono un altro stile.

Intanto una premessa: a dispetto di quanto scritto, oggi la tarantella NON E’ ASSOLUTAMENTE la musica italiana più diffusa nel mondo, e ciò anche a causa dell’ottusa politica degli amministratori di Caulonia (e della disattenzione degli altri), che per oltre un decennio hanno imposto un dibattito assurdo su Bennato sì Bennato no (a proposito, una firma per il Festival avrebbe anche potuto spenderla, dopo quanto il festival ha speso per lui in questi anni!). È così che la Calabria è ancora una volta rimasta indietro, mentre la Puglia, con la sua pizzica, dettava lo standard: prova ne sia che anche molti gruppi calabresi, ai quali viene dato immeritato spazio su palchi un tempo prestigiosi, ne sono epigoni, più o meno inconsapevoli.

Inoltre quale attenzione speciale si richiede oggi? A quanto risulta il Kaulonia Festival non ha partecipato al bando POR per i grandi eventi, partecipando invece a quello per gli eventi storicizzati per il quale non possiede i requisiti, che consistono in almeno 5 edizioni mentre il festival è nato solo nel 2008, e può vantare quindi solo 4 annualità.

Si pretende forse che all’Assessorato alla Cultura della Regione si cambino i numeri?

A parere di chi scrive, il Kaulonia Festival non merita né di più né di meno di altri eventi, che sul campo e con grandi sacrifici, si sono conquistati in questi anni autorevolezza e serietà: i tempi degli emendamenti ad hoc al bilancio regionale, ottenuti spendendo il prestigio di manifestazioni diverse, ed indebitamente appropriati, è per fortuna finito. E sfido l’ex sindaco Ammendolia, o l’attuale sindaco Riccio, a sostenere tali tesi in un pubblico dibattito con me (e con i rappresentanti di altri festival), per verificare i requisiti in base ai quali si rivendicano primogeniture.

 Danilo Gatto – Direzione artistica Tarantella Power (Badolato)

 Fonte: http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=9473

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