Laboratori della Conoscenza per un “Turismo della Scoperta”. Puntare per la fascia ionica catanzarese ad uno sviluppo integrato del territorio attraverso la costituzione di “Reti d’Imprese”: nuovi strumenti per competere, come risposta alla crisi e come assetto futuro del sistema produttivo. Il prossimo incontro di lavoro è stato programmato per il 4 marzo ore 15,00 presso l’Unione dei comuni “Versante Ionico” di Isca sullo Ionio per la sottoscrizione di un preliminare di “Contratto di Rete”.
Si è tenuto il 25 febbraio presso la sala consiliare dell’Unione dei Comuni “Versante Ionico”, il primo incontro in-formativo che ha visto riuniti gli operatori e promotori turistici del comprensorio. Un lungo e paziente percorso di confronto nato a seguito della tavola rotonda del 5 Gennaio scorso promossa ed organizzata dall’A.Op.T. “Riviera e Borghi degli Angeli” ed alla quale va’ riconosciuto il merito di essersi attivata per prima sul territorio di Badolato con il supporto logistico dell’Unione dei Comuni del “Versante Ionico”. Oggi al progetto si guarda con grande fiducia ed ha assunto ben altre prospettive di sviluppo con l’intenzione di coinvolgere un comprensorio geografico molto ampio che dalla costa, estesa sin oltre Soverato, sviluppa nell’entroterra sino a Serra San Bruno (Area vasta). I progetti di cooperazione territoriale (RETI) rappresentano uno strumento fondamentale per sperimentare nuove azioni atte a risolvere problemi difficili da trattare con le routine consolidate, per ottenere risultati da riversare poi nelle politiche correnti. L’incontro è stato coordinato dal docente universitario arch. Francesco Suraci, Ordinario di “Management d’impresa, Costruzioni e Territorio” il quale sta lavorando ad una “Progettazione di rete intersettoriale partecipata dal basso”. Una prospettiva metodologica che prevede la collaborazione dei vari attori di una comunità di cittadini. Durante l’incontro ha avuto modo di illustrare i punti fondamentali di un “Contratto di Rete” e spiegato il Modello Progettuale complessivo che dovrebbe unire tutti gli operatori turistici dell’area.
Tra i presenti nella sala: imprese turistiche, rappresentanti delle istituzioni locali, associazioni, consorzi e imprenditori provenienti dai vari comuni interessati. L’obiettivo è la costruzione di uno “spazio” comune di lavoro creato attraverso la coordinazione di prospettive differenti ed il mutuo impegno di tutti i partecipanti.
Il prof. Francesco Suraci, intervistato a fine incontro, ha inteso fare una breve analisi dello stato dell’arte e delle prospettive future soffermandosi su alcune considerazioni chiave su cui si basa il progetto:
…“Il mercato delle imprese turistiche locali è caratterizzato da micro, piccole e raramente da medie imprese per le quali risulta difficile la ricerca ed il mantenimento di un equilibrio tra appartenenza al territorio, innovazione e partecipazione ai mercati nazionali ed internazionali. Le reti d’impresa possono quindi rappresentare lo strumento giuridico adatto ad ottenere la dimensione necessaria per competere sui mercati globali, lasciando allo stesso tempo ad ogni impresa il mantenimento della sua indipendenza ed identità. Il contratto di rete rappresenta una nuova tipologia negoziale a disposizione delle realtà imprenditoriali per collaborare alla realizzazione di progetti ed obiettivi comuni. E’ un contratto tipico di aggregazione tra realtà imprenditoriale con comunione di scopo, che non crea un nuovo soggetto di diritto né una nuova e distinta attività d’impresa. La rete dovrà trovare i punti di forza nella sottoscrizione di protocolli d’intesa con Enti pubblici e privati, fondazioni, centri di ricerca, scuole alberghiere, etc.. operanti nei settori d’interesse individuati ed operare, ove possibile, in partnership Pubblico-Privato per incrementare qualità ed efficienza dei servizi, attirare capitali, stimolare l’innovazione e favorire processi di crescita del territorio. Trattasi di un lungo percorso teso a modificare la cultura degli operatori verso un mondo (il turismo) ancora in via di sviluppo e in costante evoluzione attraverso un metodo di “progettazione dal basso” molto apprezzato perché contrasta l’attuale tendenza all’isolamento delle realtà territoriali ed è orientato a rifondare un senso al vivere comune l’imprenditorialità. Si tratta di una metodologia che permette di tenere conto della pluralità degli interessi presenti in un territorio e della normale conflittualità che si innesca nei processi di cambiamento. Nella progettazione partecipata, ha spiegato il prof. Suraci, oltre ai promotori, sono coinvolti i destinatari dell’intervento che mettono a disposizione risorse (sia tangibili come denaro o beni, che intangibili come informazioni o saperi) e la creazione di nuove relazioni lavorative ed umane.
Nella costruzione della RETE d’IMPRESE il progetto, per questa area geografica, tiene conto della “Carta Europea per il Turismo Sostenibile” ovvero di uno strumento metodologico che permette una migliore gestione delle aree di forte interesse culturale ed ambientale per lo sviluppo del turismo sostenibile. L’elemento centrale della Carta è la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune ed un piano d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale. Ulteriore attenzione viene posta alla strategia europea per lo sviluppo sostenibile e gli acquisiti pubblici verdi (Green Public Procurement (GPP) per rendere il settore turistico sempre più sostenibile e certificato. L’obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori.
Bisogna lavorare, – ha continuato – il prof. Suraci, su un progetto importante che non escluda gli strumenti più innovativi quali quelli di sviluppare a supporto del territorio “reale” anche un modello di AGORÀ virtuale per maturare idee per un: – “Turismo della Scoperta” un “Turismo emozionale” utilizzando le Tecnologie digitali di ultima generazione: Tourism for You, App dedicate al turismo dei beni culturali e produzione, Cyberspazio: “luoghi” nei quali incontrarsi, scambiare idee, informazioni, istruzioni e geo-localizzazioni come elemento unificante delle azioni e delle informazioni per i servizi al cittadino/turista per rafforzare l’identità dei luoghi e per valutare il potenziale turistico di un territorio. Il progetto di rete intende valorizzare le risorse locali con azioni sistemiche finalizzate a riaffermare l’identità dei luoghi con l’incentivazione di iniziative culturali – in particolare con il coinvolgimento di associazioni giovanili che potranno favorire lo sviluppo di una offerta sostenibile e qualificata tesa al miglioramento della qualità della vita della popolazione e dell’offerta turistica. Le azioni da mettere in campo si dovranno integrare con il PLL (Piano Locale per il Lavoro) già varato dall’Unione dei comuni del versante ionico. Partendo dal concetto trasversale di “luogo”, inteso come spazio fisico, che, a seconda degli usi e degli attori che lo utilizzano, acquista un identità e ruoli differenti, l’innalzamento della “qualità della vita” che dovrà contraddistinguere questo comprensorio sarà il risultato della capacità strategica e riflessiva dei suoi attori di alimentare un sistema a “RETE” tra questi spazi, valorizzandone potenzialità e sinergie. Il “progetto” di RETE o delle RETI dovrà misurarsi sul sapere “costruire” anche per questi territori una qualità lavorativa migliore con un sistema efficiente, diffuso ed equo di accesso ai servizi turistici. Ciò comporta la necessità per amministratori, associazioni ed esperti di interessarsi dei processi di trasformazione locale in atto per leggerne le possibili evoluzioni ed individuare strategie efficaci d’ intervento. I centri urbani di quest’area per lo più piccoli, costituiscono un patrimonio architettonico storico ed urbano che spesso si fonde con i valori naturali ed ambientale dei territori di appartenenza. La “RETE”, secondo Suraci, dovrà essere fattore di stimolo per la “ricostruzione” dell’identità ambientale degli spazi urbani e la rivitalizzazione di quelli collettivi che dovranno fare da cornice all’affermazione e condivisione di un concetto di luogo come “casa di tutti”, dunque da “abitare” aperta alla solidarietà diffusa, ad una presenza di prossimità che potrà diventare collettivamente rete di cittadinanza solidale, nella quale le municipalità devono mantenere e rafforzare il proprio ruolo progettuale di connessione fra la sussidiarietà verticale dei diversi livelli istituzionali e quella orizzontale delle organizzazioni ed operatori turistici. Il lungo lavoro messo in cantiere, ha lo scopo di “ascoltare” il territorio e sulla base di una diagnosi generale della situazione locale elaborare un adeguato modello esigenziale di RETE, una strategia complessiva di sviluppo, con l’individuazione di uno o più temi catalizzatori (idee forza) definiti in base alle vocazioni specifiche ed alle esigenze con la realizzazione di un primo “Documento di Concertazione locale di RETE” da presentare alle amministrazioni pubbliche ed ai cittadini contenente le “Linee guida” (Best practice) e cronogrammi di attività. Il modello della Rete d’Imprese per gli operatori turistici a cui si sta lavorando è da intendersi solo una prima iniziativa, successivamente saranno coinvolti gli operatori di altri settori: beni culturali, cultura, edilizia restauro e manutentori, cooperative servizi sociali, ecc… Un progetto imprenditoriale di sviluppo ampio con un respiro europeo che prevede l’istituzione nell’area anche di una Scuola di Management del Turismo ed Economia dei Beni Culturali e ambientali, restauro e scienze sociali da gemellare con istituzioni importanti come la scuola dei mestieri del patrimonio di Venezia e che si propone a baluardo per la conservazione e valorizzazione della “bellezza” dei luoghi per generare cultura e cambiamento. Proprio in questi giorni avranno inizio i primi sopralluoghi per l’individuazione degli immobili da dedicare per la formazione, ricerca e laboratori ed avviare una prima fattibilità tecnica ed economica: l’uso modelli economici di “Private Equity” con il coinvolgimento di investitori privati e costruzione di startup innovative sul settore formazione”. In sintesi, dalle parole del prof. Suraci, si comprende che trattasi di un disegno progettuale di RETE che tiene insieme diverse azioni di governo: quella impegnata sul versante del “presente” e quella dello “sguardo al futuro”, ovvero l’immaginazione del “Territorio che vorremmo” in termini di servizi, vivibilità, ambiente, economia e imprenditoria. La visione di una Calabria nuova fatta da imprenditori laboriosi capaci di integrarsi e che non stanno ad aspettare necessariamente le risorse pubbliche, ma che sono all’altezza di attivare iniziative comuni volte a promuovere con ogni mezzo il territorio e generare processi virtuosi di sviluppo locale integrato e stimolare le pubbliche amministrazioni.
Il prossimo incontro di lavoro è stato programmato per il 4 marzo ore 15,00 presso l’Unione dei comuni “Versante Ionico” di Isca sullo Ionio per la sottoscrizione di un preliminare di “Contratto di Rete”. Continua pertanto in maniera costruttiva, con un crono-programma condiviso e preciso, un lavoro di conoscenza, mappatura, confronto ed organizzazione di tutte le parti coinvolte attivamente nel raggiungimento di obiettivi comuni.