(Nella foto il Sindaco Arch. Giuseppe Tedesco) – <<Errare è umano. Biasimare qualcun altro è politica….diabolica.(adattata da Hubert Humphrey) – Mi accingo a scrivere questa nota con una certa perplessità – scaturita dal clamore a mio avviso ingiustificato della questione da Lei sollevata – premettendo che il mio intervento non è diretto ad ammonire, biasimare o difendere alcuno ma intende invitare i consiglieri dell’amministrazione (maggioranza ed opposizione) a più proficue iniziative che abbiano, come punto di partenza e di arrivo, l’interesse collettivo. Con sincero dispiacere, dalla lettera a me indirizzata apprendo della sensazione da Lei avvertita, senz’altro spiacevole ritenendosi bersaglio di una campagna denigratoria nella quale si starebbe adoperando la mia maggioranza. Nel rincuorarLa dell’assoluta infondatezza di tale timore, intendo soprattutto precisare che le linee programmatiche della gestione amministrativa appena intrapresa non contemplano bersagli privati da colpire ma traguardi comuni da raggiungere. Non credo di intaccare la sua dignità o il suo amor proprio nel sottolineare che l’attenzione e le energie del mio esecutivo (che garantisco essere vitale, concorde e funzionale) siano convogliate verso ben altre questioni che, peraltro, hanno Lei (e tutto il consiglio) come strumento e non come fine. Questioni, forse, meno provocatorie e clamorose di quella in oggetto ma decisamente più pertinenti alla cosa pubblica. E’ per tale motivo che entro con imbarazzo e titubanza nel merito di una questione privata che, peraltro, Lei e l’assessore Lucifero già da tempo avete, legittimamente, demandato a ben più competenti organi ma che si ripropone (un po’ come il famigerato peperone!) a distanza di un mese alla pubblica attenzione. Ragionevole il dubbio che la polemica di questi giorni davvero poco abbia a che fare con quanto SAREBBE accaduto più di un mese fa (d’obbligo il condizionale non essendo mai stato il “sentito dire” un autorevole precedente). Intuitivo il sospetto che si cerchi di fare, nella fattispecie, dell’assessore Lucifero un capro espiatorio utile a delegittimare una maggioranza che sta lavorando seriamente e nel totale rispetto dello spirito democratico alimentando, così, pericolosamente, quella macchina del fango che tutti, compreso Lei, vogliamo spegnere definitivamente. Pur ringraziandoLa della fiducia che (percepisco) trapela dal Suo messaggio, non vedo come potrei io (o altri), tra opposte versioni, accertare la verità. Nel corso della vita pubblica, credo Lei ne abbia esperienza, una persona può anche sbagliare, commettere errori in assoluta buona fede o provocati da un particolare frangente. Ritengo veniale il peccato nel quale (forse incautamente o per eccesso di giovane intraprendenza) incappa chi si accinge ad effettuare un percorso politico laddove, invece, ritengo sconsiderato chi quel peccato lo cavalca con l’astuzia e la perizia di cui solo il politico navigato è capace.
Chiede la condanna politica dell’assessore Lucifero quando non è stata accertata neanche quella giudiziaria alla quale Lei stesso ha fatto primario appello.
(Nella foto il Dott. Antonio Tedesco) – Chiede ai membri del consiglio di attivarsi per “verificare quanto affermato dall’assessore Lucifero” ma, vantando Lei una lunga esperienza politica, non crede che l’agire amministrativo, soprattutto in un paese da riabilitare come il nostro, debba percorrere una scala delle priorità che non contempla ai primi 10.000 posti simili vicende?
Chiede un intervento deciso affinché i suoi congiunti ed i suoi amici possano sincerarsi dell’assoluta bontà del suo operato ma ritengo davvero che la considerazione delle persone a noi vicine a vario titolo, prescinda dall’immagine pubblica che ci fotografa vivendo, invece, di intimo affetto e rinnovata stima
Non so se merito di una visione oltremodo ottimistica o piuttosto causa di un estemporaneo attacco di amnesia, ma il suo credere (o forse semplicemente indurre a credere) che l’attuale maggioranza sintetizzi un “degrado politico e culturale mai visto” è quantomeno opinabile e, purtroppo, facilmente confutabile. Concordo pienamente, tuttavia, nel definire di “assoluto degrado” il tentativo di questi ultimi giorni di innalzare a caso politico quello che, a mio modestissimo parere, è semplicemente l’ elogio del nulla o, tutto al più, una questione personale interessante, oltre che per i soggetti in questione, per annoiati avventori del bar-sport. Di certo nulla ha a che fare con il dibattito democratico e politico da Lei auspicato e così fortemente patrocinato tanto nella sua trascorsa esperienza amministrativa quanto in quella attuale che La vede, seppur ai banchi dell’opposizione, autorevole componente (e di questo ne sono sinceramente lieto) del civico consesso. Lei sostiene “mai visto” un degrado che invece io ritengo “visto e rivisto”, legittimo erede di uno misero modo non di fare politica ma di propagare la propria politica. Contagiato dalla sua rosea visione, piacerebbe molto anche al sottoscritto registrare quanto accaduto come unico e gravissimo incidente di percorso ma, diversamente, sono costretto a constatare che questo è solo l’ennesimo tratto di un percorso da tempo dolosamente accidentato che ha mandato fuori strada non tanto il confronto politico quanto un intero paese schiacciato dal cieco meccanismo di quella “macchina del fango” al quale fa riferimento e che ha avuto, nel corso della nostra storia comunale, molti piloti continuando, purtroppo, ancora oggi ad essere azionata in modo IRRESPONSABILE. Credo non giovi a nessuno rammentare episodi del recente passato di INARRIVABILE ed INENARRABILE degrado dove, oltre alle parole (che pur ritengo dover sempre essere dettate da scienza e coscienza), ben altre cose stavano per volare che, francamente, tutto hanno elevato fuorché il tenore politico e culturale del dibattito.
Forse si è cercato di seminare vento sperando che altri raccogliessero quella tempesta che, alla fine, è stata scatenata in un bicchier d’acqua. (E credo che davvero pochi “se la siano bevuta”!) – Guardavalle 02.10.2011>>
IL SINDACO – Arch. Giuseppe Tedesco
(Prot. N° 4957 del 03.10.2011)