MESSINA – Dopo la conferma della sosta a Messina della nave scuola Palinuro, nell’ambito dell’annuale campagna d’istruzione marinaresca degli allievi marescialli della Scuola sottufficiali della Marina militare italiana, il Ministero della Difesa ha comunicato al sindaco di Messina, on. Giuseppe Buzzanca, che ne aveva fatto richiesta nell’ottobre scorso, la concessione da parte del Dicastero del patrocinio per la terza edizione della rievocazione storica dello sbarco di Don Giovanni d’Austria a Messina per la Battaglia di Lepanto. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Aurora grazie alla compartecipazione di Marina Militare; Capitaneria di Porto; Autorità Marittima dello Stretto; Arsenale Militare di Messina; Autorità Portuale; Camera di Commercio; Confindustria; Università di Messina; Fondazione Bonino-Pulejo; Lega Navale e Circoli Velici di Messina; Comune di Messina; Provincia Regionale di Messina; Comune di Nicosia; Società Marco Polo System, Venezia; Regione del Veneto; Comune Greco di Lepanto; Museo del Mare di Palermo e Marina del Nettuno ricorderà domenica 5 agosto, lo storico evento, che vide tra luglio e agosto del 1571 l’Armata cristiana, con 210 galee sottili, 6 galeazze, 25 navi grosse, 3 galeotte e 50 fra brigantini e fregale, 1.805 cannoni, circa 80 mila uomini di cui 28 mila soldati, 12.920 marinai e 43.500 rematori, radunarsi nel porto di Messina sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’Imperatore Carlo V. Il 20 luglio 1571 la Flotta Pontificia, al comando di Marcantonio Colonna, luogotenente generale di Don Giovanni, entrò solennemente a Messina salutata dallo sparo dell’artiglieria da tutti i castelli della città. Il Comandante Supremo, Don Giovanni D’Austria, solcava le acque dello Stretto il 23 agosto con 25 galere, mentre tutte le navi alla fonda uscivano per andargli incontro, sparando in segno d’omaggio. La flotta cristiana riuscì a concentrarsi il giorno dopo nel porto di Messina. Domenica 16 settembre l’Armata salpava da Messina salutata dalle salve d’artiglieria sparate dai castelli della città. Il 7 ottobre dello stesso anno, nelle acque di Lepanto, 180mila uomini si fronteggiavano. Cinque ore sarebbe durata la battaglia, 150 galee turche catturate e 40 affondate e bruciate, 7.600 morti e 15mila feriti di parte cristiana e 35mila i morti di parte turca. Il 1 novembre Don Giovanni d’Austria ritornava così vittorioso a Messina.

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