“Tutte le ricerche storiche tendono ad attualizzare il pensiero dei grandi Maestri dell’antichità. Gian Filippo Ingrassia rimane un esempio che può essere attualizzato e seguito per il rigore morale e scientifico che Egli esprime attraverso le sue opere e gli aneddoti di vita professionale che ci sono pervenuti”. Aldo Garozzo, professore Ordinario di Otorinolaringoiatria all’Università Magna Graecia di Catanzaro, conclude così il suo volume “Gian Filippo Ingrassia”, pubblicato nei giorni scorsi dalle Edizioni Ursini, con l’adesione dell’Amplifon, in occasione del 500° anniversario della nascita dell’illustre medico e professore universitario di Regalbuto (Enna). “Garozzo – sostiene il Rettore dell’Università, Francesco Saverio Costanzo – delineando con magistrale sintesi la figura dell’Ingrassia, ci trasporta, con argomentazioni convincenti, in uno dei periodi più significativi della storia dell’umanità, il Rinascimento che vede in Andrea Vesalio, direbbe Thomas Khun, “l’artefice di quella rivoluzione che infranse i paradigmi” di quella medicina ad impronta galenica che era stata egemone per più di un millennio”. Suddiviso in sei capitoli, (Anni giovanili della formazione scientifica, L’insegnamento presso l’Università di Napoli, L’insegnamento presso l’Università di Palermo, L’insegnamento presso l’Università di Messina, Il periodo del protomedicato, Cause di pestilenza e Da protomedico a consultore sanitario) il libro traccia anche un significativo profilo politico di Gian Filippo Ingrassia, attività intrapresa nell’ultima parte della sua vita “per il bene della gente e per il rispetto di tutta la classe medica”. Gian Filippo Ingrassia primeggia anche “per aver superato gli insegnamenti del Maestro Vesalio che dal 1532 al 1537 – aggiunge Francesco Saverio Costanzo – lo annoverò tra i suoi allievi prediletti avendone riconosciuto ben presto la sua naturale tendenza per la ricerca scientifica”. “Dopo aver letto lo studio dell’amico Aldo – prosegue il Rettore dell’Università Magna Graecia – penso di poter dire che la figura di Gian Filippo Ingrassia si debba, a ragione, annoverare fra quei “filosofi della natura” che hanno tracciato il sentiero, purtroppo stretto ed irto di ostacoli, della nascita della scienza moderna che, secondo Mario Vegetti, uno dei più autorevoli filosofi dell’antichità, vide i suoi inizi proprio in terra magno-greca con il medico Alcmeone di Crotone (VI a.C.)”. Molte delle specialità medico-chirurgiche rappresentate negli ordinamenti delle Università italiane riconoscono, oggi, in Gian Filippo Ingrassia il precursore di corsi di studi che poi, negli anni, hanno trovato il modo di allargare i proprio orizzonti fino al raggiungimento ufficiale della più completa autonomia scientifica e didattica. “Questa affermazione – dice il professore Garozzo – si desume dall’attento esame delle opere di Ingrassia pervenute fino a noi. Da esse traspare la molteplicità di interessi che animarono il percorso didattico e scientifico del medico di Regalbuto. Egli, infatti, offrì la sua vita per lo sviluppo dell’”ars medica” che usciva dalle paludi medievali per affrontare la gioia delle scoperte rinascimentali da cui derivano molti orientamenti della medicina moderna”. Un buon libro, questo, che si legge d’un fiato e che offre un contributo di primo piano ai fini della conoscenza delle origini e degli sviluppi di tante branche della medicina moderna.