Riceviamo e pubblichiamo: << L’Assemblea Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Messina, auto convocata il 10 giugno 2013, si è riunita il 16 giugno 2013 alle ore 18,15 presso la sede SEL Scaletta Zanclea “Placido Rizzotto”, con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia vs il Coordinatore Provinciale di SEL Messina Salvatore Chiofalo
La mozione di sfiducia viene votata e approvata all’unanimità dai presenti, i quali rappresentano la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto (cfr dati tesseramento 2012).
L’Assemblea vota all’unanimità una mozione con cui si chiede che la Federazione di Messina venga commissariata secondo statuto e che, nelle more della nomina del Commissario, la guida politica della stessa Federazione venga assunta da una figura di garanzia individuata dal coordinamento regionale.
Mozione di sfiducia vs il Coordinatore Provinciale di SEL Messina Salvatore Chiofalo
Questo documento politico scaturisce dalla consapevolezza dei firmatari, nonché membri del coordinamento e dell’Assemblea Provinciale, di essere arrivati ad un punto di non ritorno nella gestione del partito. Si contestano principalmente la mancanza di scelte condivise e la “mala gestio” dell’organo politico.
Sebbene si sia consapevoli che alcune responsabilità vadano condivise da tutti, senza delegazioni, i firmatari della suddetta mozione evidenziano che il compito precipuo di un coordinatore di partito è quello di sanare i dissidi interni ad esso; di equilibrare le voci trovando i giusti elementi di mediazione tra le diverse posizioni emerse in seno allo stesso; di fungere da collante cercando di placare le possibili spaccature e divisioni, che, all’interno di Sel Messina, nel tempo, hanno prodotto, davanti agli occhi di tutti, la disaffezione di numerosi militanti ed il loro consequenziale allontanamento dal partito.
Si confuta soprattutto la mancata assunzione di responsabilità nel corso dei momenti più delicati della vita di SEL Messina: durante la scelta delle candidature per le elezioni regionali, per le primarie nazionali, nella scelta dei candidati alla presidenza dei quartieri per la città di Messina. In tutte queste occasioni si è più volte rimandato il confronto con i compagni, preferendo soffermarsi più sui volti che sui progetti, condizione piuttosto sgradevole che, alla fine, ha portato gli stessi a dover assumere decisioni all’ultimo minuto utile.
Di “Politica”, quella vera, se n’è vista veramente poca. E, tranne che in qualche sparuto momento di “comparsa” davanti agli organi di stampa, sempre e soltanto in vista degli appuntamenti elettorali, le occasioni di rilancio della buona politica di Sel Messina, a carattere provinciale, possono contarsi sulle dita di una mano, fatte salve le iniziative dei singoli circoli messinesi pur in mezzo a mille problemi, in primis di natura economica e logistica.
Eppure la “Politica”, quella che colora le strade, che ascolta e accarezza la gente, che discute, progetta e crea un’alternativa in cui potersi identificare, la politica che dovremmo rivendicare come nostro slogan, non ha niente a che vedere con ciò che fino adesso si è costruito. Non ha nulla a che fare con i comunicati stampa propagandistici e le interviste ad personam rilasciate davanti alle telecamere.
L’assenza di scelte condivise, di trasparenza e di partecipazione attiva ha iniziato ad intravedersi, in occasione delle elezioni regionali, con la marginalizzazione di alcune possibili candidature che avrebbero certamente prodotto una crescita in termini di consenso e di prestigio per SEL Messina. Tali candidature, tra l’altro, sono state frequentemente osteggiate dal compagno Chiofalo, il quale piuttosto che approfondire i vantaggi e/o gli svantaggi delle stesse, ha pensato bene – probabilmente al fine di non mettere a repentaglio la sua candidatura – di chiudersi in un tatticismo arcaico, figlio di una vecchia politica che noi stessi dovremmo denunciare e combattere.
Si è, poi, proseguito con le primarie nazionali che, non solo non hanno dato a tutti coloro che lo desideravano la possibilità di parteciparvi, suscitando nuove spaccature e malcontenti, al contrario le stesse, probabilmente, erano state concepite, dal segretario provinciale, come un mero momento di sfoggio del proprio consenso elettorale.
Ricordiamo la conferenza stampa di presentazione delle primarie di SEL Messina in cui lo stesso coordinatore provinciale sostenne la quasi inutilità delle primarie.
Rammentiamo inoltre le schede contestate e annullate per irregolarità alla Federazione provinciale, che hanno gettato profondo discredito su SEL Messina, e che al contempo hanno prodotto un risultato che invece di essere accettato e valorizzato, è stato seguito da un comportamento profondamente scorretto da parte di alcuni compagni e compagne. La conseguenza è stata una forte perdita di credibilità della nostra Federazione.
È, inoltre, profondamente triste, e non può trovare nessun altro sinonimo, quanto si è verificato a Roma. Sia in termini politici che strategici, ma soprattutto morali.
Il partito è una comunità politica e non un comitato elettorale a sostegno di una o poche persone, e noi per primi dovremmo essere promotori di correttezza e onestà al fine di raggiungere quegli obbiettivi collettivi, utili trasversalmente anche per la crescita di Sinistra Ecologia e Libertà.
Identico comportamento accentratore è stato tenuto dal compagno Chiofalo durante l’ultima Assemblea provinciale, alla presenza del Presidente regionale del partito, M. Fundarò, in merito alla decisione di esprimere una candidatura, in completa autonomia, alla presidenza del V quartiere, scelta non discussa precedentemente in nessun organismo provinciale o cittadino. Il candidato Presidente, tra l’altro, in quella stessa assemblea, ha “candidamente” affermato di lavorare alacremente alla sua candidatura da circa cinque mesi. Nessuno dei firmatari ricorda di averne mai discusso.
Riteniamo che la condivisione di percorsi politici, oltre che a dare una maggiore forza al partito, sia sicuramente di maggiore rilevanza rispetto all’esclusiva preoccupazione di avere l’avallo di altre forze politiche sulle scelte del nostro partito. Questo non è altro che un segnale di subalternità culturale, inaccettabile per una forza politica che tende ad essere portatrice di una nuova cultura politica.
Trascuriamo, infine, di dilungarci sulla gravità di un altro “modus agendi” posto in essere da tale segreteria: nel corso del 2012 non ci si è avveduti della regolarità del tesseramento dei circoli e dei dirigenti degli stessi, come anche della regolarità delle votazioni dell’assemblea provinciale, della quale almeno i 2/3 dei componenti erano decaduti non avendo rinnovato la tessera al 31/12/12. Soltanto in occasione dell’ultima assemblea questo dato è emerso – per volontà del firmatari – mentre, contestualmente si chiedeva la ratifica di una candidatura non decisa dall’assemblea, per acclamazione.
Da quanto sopra esplicitato consegue sia che non è assolutamente più tollerabile non avere un partito democratico e funzionale, con un margine di crescita considerevole, anche visti gli sviluppi a livello nazionale; sia che non è più ammissibile non avere una guida adeguata a tale situazione.
In questa fase, al di là dei risultati ottenuti durante questa tornata elettorale, il punto inderogabile per il futuro è quello di assumere stili e modalità distanti dalla vecchia, logora e becera politica.
SEL ha la necessità, se vuole assurgere al suo ruolo, di un profondo rinnovamento delle pratiche e del modus operandi.
È necessaria una svolta che permetta a questo partito di attrarre tutte le potenzialità della sinistra diffusa presente sul nostro territorio. Il senso di responsabilità e un recupero di dignità imporrebbero al segretario di dimettersi, cosciente del suo fallimento; ma se, nemmeno oggi, alla luce delle parole spese e condivise, egli dovesse rendersi conto dello sfacelo a cui ha condotto il partito, noi saremo costretti a porre in votazione la sua sfiducia, affinché si possa aprire una stagione nuova di rilancio e rinnovata coesione tra gli iscritti, i dirigenti e la società tutta.>>