Si indaga su una ventina di passaggi tra i caselli di Messina e di Falcone, città fuori dall’ambito di competenza dell’Ato e nei pressi della quale trascorre la propria villeggiatura il commissario liquidatore. Di cui il Pd chiede le dimissioni invocando un intervento del sindaco. La Procura ha aperto una nuova inchiesta sull’Ato3. Attraverso la polizia giudiziaria sta effettuando una serie di accertamenti, ascoltando persone informate dei fatti e acquisendo atti, su una serie di viaggi (almeno una ventina) compiuti dall’inizio del mese di agosto all’inizio del mese di settembre con l’auto di servizio, tutti lungo lo stesso percorso: tra i caselli di Messina e Falcone. Gli inquirenti, in particolare, secondo quanto emerso dalle carte allegate ad un corposo esposto presentato in Procura, stanno verificando in quale modo quei viaggi, quasi quotidiani, potessero avere un fine amministrativo-istituzionale, essendo Falcone fuori dall’area di competenza dell’Ato3, e se sia solo un caso la circostanza che proprio nei pressi di Falcone si trovi la residenza estiva dove trascorre la propria villeggiatura il commissario liquidatore dell’Ato3, Antonio Ruggeri.
Ed è proprio la “testa” di Ruggeri che oggi pretende il Partito Democratico, che attraverso una nota firmata dal segretario cittadino Giuseppe Grioli e dal coordinatore dei consiglieri comunali Felice Calabrò chiede le dimissioni del commissario liquidatore dell’Ato. «Per altre ragioni – si legge nella nota – abbiamo espresso l’assoluta inopportunità della permanenza di tale incarico in capo al dott. Ruggeri in particolare per il suo ruolo di capo di gabinetto del sindaco e per la pluralità di altri incarichi che ancora oggi rimangono in capo allo stesso Ruggeri. Oggi le dimissioni da liquidatore le chiediamo per la vicenda dell’utilizzo dell’auto di servizio per trasferte fuori Comune che appaiono palesemente estranee alle funzioni svolte dall’amministratore della società. A meno che il liquidatore dell’Ato3 non sia in grado di fornire spiegazioni plausibili – concludono Grioli e Calabrò – le dimissioni sono un atto dovuto. Il sindaco sarà chiamato ad intervenire qualora il liquidatore non dovesse sentire l’esigenza di dimettersi».
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