Mai sentito parlare dei D.C.A? Tanto per cominciare, i disturbi del comportamento alimentare, chiamati per praticità con l’acronimo D.C.A. sono dei comportamenti assunti da individui spesso adolescenti, per manifestare dei disagi o delle sofferenze quali lutti, maltrattamenti e non solo. Infatti, dare molta attenzione al peso del proprio corpo, andare alla ricerca disperata di qualcosa da modificare sembra essere un’uscita d’emergenza a tutti i problemi che sembrano soffocare il soggetto.
Sono quindi causati da problemi psicologici, sono sintomi di un male che non si vede.
Andando sempre più nello specifico, a livello diagnostico vengono distinte due tipologie di disturbi alimentari, è il caso di anoressia e bulimia.
Entrambi sono causati da un’eccessiva attenzione nei riguardi del proprio peso; gli aspetti che li manifestano sono il vomito auto-indotto, l’utilizzo improprio di diuretici o lassativi.
L’anoressia inizia con una semplice dieta dimagrante, apparentemente con il solo desiderio di migliorare la propria immagine, ma che poi si trasforma in dieta “killer”. L’anoressico infatti, quando si guardo allo specchio non ha occhio realistico; continua a vedersi diverso, sbagliato, continua a trovare motivi per cui proseguire quella sbagliatissima dieta. Si illude che cambiando il proprio corpo, sia possibile cambiare anche la propria vita.
L’anoressia è spesso accompagnata dalla bulimia. Il soggetto perde il controllo, ingurgita tutto ciò che trova per poi rimediare nel vomito auto-indotto. È una sorta di mascheramento dell’anoressia, è l’altra faccia della medaglia, nel quale però si instaura una dipendenza dal cibo, così come quella dalla droga o alcool. Per i bulimici, il proprio corpo non è più qualcosa da modificare, ma diventa un pozzo incolmabile da riempire e che poi, una volta riempito, il soggetto di punisce cercando di espellere tutto quello che ha ingerito. Subentra quindi un senso di colpa devastante.
Anche l’obesità è vista come una disfunzione alimentare, nel quale si ha lo stesso stato di dipendenza al cibo come nella bulimia ma con modalità differenti. Un’altra differenza è che il grasso, in questo caso, rappresenta una barriera difensiva.
I malesseri causati da problemi psicologici stanno purtroppo aumentando, e non tutti toccano la sfera alimentare. Ci sono dei nuovi malesseri, quali attacchi di panico, disturbi d’ansia o depressione che può portare a un tentato suicidio.
Spesso non ci rendiamo conto delle potenzialità e della forza che abbiamo per superare le difficoltà della vita e questo non è più un problema che tocca solo il mondo adolescenziale ma anche quello degli adulti. Come possiamo, noi ragazzi, prendere esempio da un’altra generazione che si inginocchia davanti alle difficoltà e trova rimedio o sfogo in altri malesseri?