Il Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo ha messo fine all’illecita attività di distribuzione all’ingrosso di prodotti contraffatti e pericolosi che alimentava gran parte del commercio abusivo del capoluogo siciliano, facente capo a due “empori” cinesi nel cuore della città, pervenendo al sequestro di oltre 2.718.000 articoli, tra giocattoli e capi di abbigliamento e relativi accessori falsi o privi del marchio comunitario e prodotti elettrici ed informatici pericolosi in quanto non conformi agli standards di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria e recanti indicazioni ingannevoli.
L’operazione, che ha portato a uno dei sequestri di merce contraffatta e pericolosa più consistenti mai eseguiti in città, trae origine da una attività investigativa che ha messo assieme le informazioni acquisite dai finanzieri sul territorio e le risultanze dell’analisi dei flussi di capitali in transito presso l’aeroporto “Falcone – Borsellino” di Palermo Punta-Raisi, dove l’intensificazione delle attività di controllo valutario da parte delle Fiamme Gialle aveva fatto emergere, nel recente periodo, numerosi casi di trasporto di ingenti somme di denaro contante da parte di soggetti di nazionalità cinese in partenza per altre aree del territorio nazionale.
L’approfondimento di tali dinamiche, che aveva evidenziato notevoli flussi di denaro in uscita dalla Sicilia principalmente con destinazione Roma (300.000 euro in poco più di un mese), verosimilmente per procedere ad ordinativi di merce, ha condotto i finanzieri a concentrare l’attenzione su alcune imprese cinesi operanti sul territorio palermitano, alle quali i connazionali “monitorati” presso l’aeroporto sono risultati a vario titolo collegati, per poi individuare, quale possibile base operativa del traffico, due empori cinesi che sono stati “tenuti d’occhio” per diverso tempo dai militari del Gruppo di Palermo.
Così, quando le Fiamme Gialle si sono presentate nei due negozi a due passi dalla Stazione Centrale, ed hanno richiesto ai titolari l’esibizione delle scritture contabili obbligatorie nonché delle fatture di acquisto della merce, questi si sono limitati a fornire pochissimi documenti fiscali, alcuni anche decisamente datati nel tempo, assolutamente insufficienti a giustificare il legittimo possesso di tutto il campionario esposto per la vendita.
Hanno quindi preso il via i controlli di tutta la merce giacente nei due punti vendita, subito dopo estesi ad un maxi – deposito a questi collegato, individuato nel vicino Corso dei Mille, dove i militari si sono trovati di fronte ad un vero e proprio sistema di “scatole cinesi” con porte che conducevano ad altre stanze dalle quali era possibile accedere ad altri vani, tutti stracolmi di scatoloni riportanti indicazioni esclusivamente in lingua cinese.
Una volta individuati tutti i locali in cui si articolava l’enorme deposito, le sue dimensioni complessive sono risultate di poco inferiori ai 2.000 mq; sicuramente, il più grande deposito di merce d’illecita provenienza mai individuato in città.
Quasi due settimane intere sono state necessarie ai finanzieri per quantificare e catalogare tutti i prodotti presenti nel maxi deposito e nei due negozi; al termine delle operazioni sono stati sequestrati:
3.175 accessori di abbigliamento per il reato di cui all’art. 474 c.p. (introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi);
1.965.972 giocattoli per i reati previsti e puniti dagli artt. 11, comma 1, del D.lvo 313/1991 e 515 c.p (assenza di marchio CE o apposizione di marchio mendace);
749.326 prodotti elettrici, per il reato di cui all’art. 515 c.p (apposizione di marchio CE mendace).
Tutti i 2.718.473 articoli sono stati sequestrati anche per il reato di contrabbando, non essendo stata dimostrata la legittima importazione nel nostro Paese.
Denunciate alla Procura della Repubblica di Palermo 2 persone, un uomo ed una donna, entrambi cinquantenni di nazionalità cinese, che si sono viste sottrarre materiali la cui vendita avrebbe potuto determinare incassi compresi tra gli 8 e i 10 milioni di Euro.
L’entità del sequestro effettuato, indicativo di una attività illecita molto organizzata e strutturata, ha reso necessario il ricorso a misure cautelari per evitarne la reiterazione; pertanto, in costante raccordo con la Procura della Repubblica di Palermo, i militari, in considerazione dell’evidente e prevalente valenza illecita delle attività commerciali, hanno proceduto al sequestro preventivo dei 2 locali commerciali e del maxi – deposito.
Nei prossimi giorni i militari del Gruppo concentreranno la loro attività anche sul versante tributario, in quanto le due ditte individuali, nell’ultimo periodo d’imposta, hanno dichiarato redditi molto bassi (rispettivamente, 13.000 e 16.000 euro), indicativi del mancato adempimento di gran parte degli obblighi di natura fiscale e di acquisti di merce senza fattura.
In tale ambito, saranno ricostruiti i rapporti commerciali con le imprese fornitrici anche per quantificare l’importo dei dazi doganali evasi.