(Foto dal web) – È valso un notevole sconto di pena il ricorso in appello presentato nell’interesse di Gilberto Antonio Carnovale, 54 anni, di Guardavalle, già riconosciuto colpevole il primo dicembre del 2010 di due ipotesi di tentata estorsione. I giudici di secondo grado, hanno assolto l’uomo da una delle due ipotesi contestate e, dopo avergli riconosciuto le attenuanti generiche e la seminfermità mentale, hanno ridotto la condanna dell’imputato da cinque anni e dieci mesi di reclusione a un solo anno, con soddisfazione quasi piena delle richieste del suo difensore, l’avvocato Alessio Spadafora, che fin dal primo grado si è basato soprattutto su una consulenza psichiatrica che consentirebbe di concludere per una capacità mentale grandemente ridotta del 54enne. Per i fatti del processo Carnovale fu raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito di due episodi avvenuti entrambi in un supermercato di Guardavalle, uno nel novembre 2008, e l’altro nel maggio 2009. Nel primo caso, secondo l’accusa che inizialmente era di rapina, poi derubricata in tentata estorsione, Carnovale aveva fatto la spesa nel negozio ma poi se ne era andato senza pagare dopo aver minacciato il titolare. Nel secondo caso, quando il negoziante lo aveva invitato a non andare più in quel supermercato, l’imputato avrebbe nuovamente inveito contro di lui, pretendendo che fosse la vittima a dargli dei soldi. Le contestazioni risultavano inoltre aggravate, essendo Carnovale un sorvegliato speciale. L’uomo è ben noto per diversi episodi di cronaca che lo hanno riguardato, tra cui diversi casi di evasione (ma non mancano a suo carico, tra le altre, accuse di violazione dell’obbligo di soggiorno, resistenza e minacce a pubblico ufficiale e porto abusivo di coltelli del genere vietato) uno dei quali fu reso noto da tutti i mass media per la sua particolarità, dal momento che dopo essersi dato alla fuga scappando ad un posto di blocco, Carnovale si rifugiò nella chiesa principale di Soverato, senza sapere che proprio là si stava celebrando la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei carabinieri, e dunque finendo tra le braccia dei militari di un’intera Compagnia.(g.m.)

Gazzetta del Sud

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