Il dramma che si sta consumando in Ucraina conta tra gli spettatori più coinvolti cittadini provenienti da quelle zone, angosciati per i parenti che vivono sulla propria pelle i segni della guerra. In molti hanno scelto di risiedere in Calabria, ma c’è anche chi è stato scelto dall’amore di una famiglia calabrese, che 10 anni fa da Guardavalle si reca a Kiev per offrire ad un bimbo di nome William una casa e due genitori premurosi.
La stessa famiglia che oggi è alle prese con i sentimenti e le emozioni di un figlio sconvolto dalla notizia del conflitto che attanaglia il paese d’ origine. Proprio quel paese in cui, durante la tenerissima età, ha intrecciato e costruito i primi legami affettivi, quelli che non si possono mai dimenticare. Le notizie che si susseguono lo agitano- mi spiega la madre- ha bisogno di sentire direttamente le persone che hanno rappresentato per lui i primissimi punti di riferimento.
Il pensiero dei bombardamenti, dei mezzi militari che irrompono nella città di Kiev, vedere in tv o sui social le immagini delle piazze che hanno fatto da cornice agli incontri con la famiglia adottiva, lo inquietano. Una sensazione di smarrimento e di ingiustizia che pervade anche i genitori. “ C’è tanta povertà nelle periferie di Kiev. Abbiamo visto con i nostri occhi. Questa guerra aggiunge sofferenze a tante sofferenze già esistenti” commentano.
William parla poco, è molto riservato, ma il suo cuore scalpita. Deve dare voce alle sue emozioni. Non sa come far sapere agli ucraini quanto gli è cara la loro sorte e quanto si sente legato al luogo in cui è nato, per questo chiede a mamma Grazia e papà Angelo una bandiera gialla e blu da appendere al terrazzo. Certi gesti sono carichi di significato, rappresentano idee e stati d’ animo ed hanno un forte valore simbolico. William lo sa bene. Aveva 6 anni quando la coppia dopo aver espletato la procedura di adozione lo ha portato in Calabria, nella casa dove da qualche giorno sventola una bandiera giallo/blu.
Un gesto di altruismo e di responsabilità, frutto di fatiche ,burocrazia e lunghi viaggi ma tanta voglia di donare una famiglia a chi non ce l’ha. Con la delicatezza di chi non taglia i fili con il passato ma li lega armoniosamente.
Abbiamo ritenuto significativo raccontare la tenerissima storia dei nostri concittadini nel drammatico momento in cui, a causa della guerra, le adozioni e le varie fasi del completamento dell’iter sono bloccate. Una situazione che provoca sofferenza e angoscia ai bambini e alle coppie adottive, impossibilitate a raggiungere l’Ucraina per prendere i figli. Ma al dramma dei bambini negli orfanotrofi si aggiunge quello dei tanti bambini costretti ad abbandonare le loro case e che oggi rivolgono un accorato appello alla generosità delle famiglie italiane ed europee disposte ad accoglierli.
Siamo certi che ancora una volta la comunità coordinata dall’ intervento delle Istituzioni, metterà in campo azioni di sostegno e un aiuto concreto verso il popolo ucraino che al momento si trova in gravissima difficoltà.
Avremmo voluto condividere la testimonianza della famiglia di William in sala consiliare l’ 8 marzo in occasione della Giornata internazionale della donna, con una iniziativa patrocinata dalla Commissione Straordinaria, purtroppo la crescita di casi Covid, ci invita alla massima prudenza.
Pertanto, abbiamo consegnato a questo comunicato il compito di raccontare, emozionare, sensibilizzare e di diffondere speranza, rivolgendo un pensiero particolare alle donne che vivono la guerra. La stessa mission che affidiamo ai segnalibri simbolici recanti nastri giallo/ blu. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutte le donne del mondo che vedono minacciati i loro diritti.
Scritto da Genny Pasquino giornalista, operatrice culturale, attivista, ideatrice e curatrice del progetto Biblioteca dei piccoli adottato Centro di aggregazione sociale Guardavalle Marina, una sorta di open space transculturale che promuove la lettura e iniziative di comunicazione e divulgazione scientifica.