Torre GiordanoVenerdì 6 maggio alle ore 18.00 a Guardavalle Centro l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con l’Associazione “ProItalia”, sede di Guardavalle, inaugura il nuovo Centro Culturale “Fhora” che avrà sede nei locali della Torre Giordano, internamente ristrutturata.

Torre Giordano è stata ristrutturata dal Comune con un primo finanziamento a cavallo degli anni 2008/2009 e successivamente nel 2016 è stato realizzato l’allestimento dei locali con il finanziamento di Euro 49.000,00 del Gal Serre Calabresi. Oggi la Torre Giordano è diventata “Centro Culturale Fhora”.

La struttura, oltre ad avere locali per mostre e biblioteca, ha anche una sala convegni fruibile da tutte le istituzioni presenti sul territorio. Nei giorni 6 e 7 maggio, in occasione della festa del Santo Patrono S. Agazio Martire, è possibile visitare la mostra di pittura di artisti locali, la mostra di fotografie storiche “Come eravamo” e la mostra di lavori artistici realizzati in modo artigianale da persone del luogo.

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Ecco come descrive l’antico edificio Don Leonardo Calabretta nel suo libro “Guardavalle tra storia e memoria”:

Torre-Giordano2La torre Giordano si erge in tutta la sua imponenza a metà del Corso Sirleto, mentre le facciate laterali sporgono su Via S. Carlo, Via Indipendenza e Via Progresso.

Sul portone d’ingresso fa bella mostra di sé, anche se un po’ lesionato, un grosso stemma in travertino raffigurante l’emblema nobiliare dei baroni Crea di Stilo. Questo privilegio fu riconosciuto alla famiglia Giordano perché nel 1700 una Clorinda Giordano sposò uno della famiglia dei baroni Crea.

L’ingresso della torre è posto sulla confluenza di Via S. Carlo e di Via Indipendenza. Le strutture architettoniche dell’ingresso sono rimaste sostanzialmente intatte con i contorni basale e laterale di pietra viva, mentre il grande portone in legno è stato rifatto nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Nell’androne dell’ingresso si notano tuttora i grandi soffitti a volta e le pareti laterali che separavano da un lato le stalle per i cavalli e dall’altro le cantine e i magazzini di deposito.

Le scale di accesso al primo piano della torre mostrano chiaramente l’impronta della tecnica costruttiva di origine romana, mediante la posa in opera di lunghi massi levigati di pietra viva per la sezionatura degli scalini.

Intorno al 1930 ulteriori manipolazioni sulle strutture originarie apicali della costruzione hanno trasformato la cupola turrita, contrassegnata da merli e feritoie, in una terrazza con la cinta e i parapetti in muratura.

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