La parola “ludopatia” è sempre più diffusa nel nostro paese, tanto che il temine è diventato familiare. La ludopatia può portare a una serie di gravi conseguenze che non riguardano esclusivamente l’aspetto economico. Si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo grazie al web che è strapieno di siti dove si può scommettere in svariati ambiti. Ma cosa si intende per ludopatia? Quali sono le dimensioni del problema? Ne abbiamo parlato con la psicologa dottoressa Noemi Vetrano di Guardavalle (Cz), per cercare attraverso il contributo di una professionista, di fornire informazioni e consigli.
D.: Quando parliamo di “ludopatie”, di cosa parliamo esattamente?
R.: Ludopatia significa letteralmente “ Malattia da gioco” . Il gioco però è utile a tutti ed ha una influenza positiva sul benessere globale dell’ individuo. Il termine più corretto da utilizzare, perciò è gioco d’ azzardo patologico, meglio ancora disturbo da gioco d’ azzardo . Così lo definisce il DSM 5 , ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali.
D.: Ma quando questo gioco smette di essere tale e diventa patologico?
R.: Diventa patologico, quando gli individui sviluppano un comportamento disadattivo legato al gioco d’ azzardo, una condotta che sconvolge attività familiari , personali e/o professionali, arrivando a giocare e a scommettere cifre sempre più elevate. Slot machine , gratta e vinci, lotto e superenalotto, scommesse sportive o ippiche : questi i giochi d’ azzardo più diffusi. A cui si aggiunge un lungo elenco di giochi online, a cui manca anche l’ aspetto socializzante del gioco, perché si gioca nella solitudine delle proprie case.
Preoccupante è anche sapere che chi si avvicina a questo tipo di esperienze è il giovane adolescente .
D.: Secondo fonti nazionali il fenomeno è in crescita..
R.: Sì, oggi la situazione è preoccupante. Il gioco d’ azzardo è in aumento perché l’ accessibilità e per la pubblicità persuasiva .I dati dicono che nel nostro Paese , nel 2017 , il volume di denaro giocato è aumentato del 6% rispetto al 2016. Superando i 100miliardi di euro annuali.
D.: Possiamo indicare, c’è un fattore scatenate?
R.: Diciamo che la pubblicità persuasiva massiccia gioca un ruolo determinante. Oggi l’accesso al gioco d’ azzardo è praticamente costante. C’è da dire poi che quasi sempre il giocatore non è consapevole di avere un problema , ha una bassa autostima e presenta una elevata impulsività che può sfociare in aggressività. Ciò che accomuna le varie dipendenze anche in riferimento al DSM5, infatti è il comportamento compulsivo: in altri termini il bisogno incontrollato di scommettere è simile alla ricerca incessante di una sostanza e in entrambi i casi possono presentarsi sintomi di astinenza anche se differenti.
D.: Come prevenire o contrastare il fenomeno ?
R.: Sono molto pochi i soggetti con un disturbo da gioco d’ azzardo patologico che non chiedono aiuto a volte per vergogna ma anche per la convinzione di potercela fare da soli, altri semplicemente per non sanno a chi rivolgersi. Dal marzo 2017 i LEA ( livelli Essenziali di Assistenza ) comprendono la cura e la prevenzione per il gioco d’ azzardo patologico. In questo modo il SSN si fa carico dei soggetti che soffrono di questo disturbo e delle loro famiglie.
E’ importante sensibilizzare le persone sui rischi del gioco d’ azzardo e fare prevenzione soprattutto nei confronti dei più giovani offrendo alternative di svago sul territorio.
Genny Pasquino