Che siamo in emergenza rifiuti lo sappiamo tutti , ma che si arrivasse ad abbandonare sopra i marciapiedi vicino i cassonetti anche penumatici da mezzi da lavoro, non era immaginabile. Giorni fa qualche ignaro cittadino ha ‘parcheggiato‘ nella zona abitata di Contrada Vescovado quattro grosse gomme (vedi foto) da mezzo da lavoro.
Ricordiamo che i pneumatici rientrano tra i “rifiuti di tipo speciale” il cui smaltimento prevede un trattamento particolare.
I rifiuti speciali provenienti dalle attività aziendali o da privati non possono essere, in ogni caso, immessi nei cassonetti non essendo nè rifiuti urbani nè rifiuti assimilabili agli urbani.
Pertanto se qualcuno (chiunque) li introduce nei cassonetti o li lascia al di fuori di essi (sulla strada) a nostro avviso va incontro alle sanzioni per un comportamento che è comunque e sempre illecito. Un gesto sconsiderato e incivile che oltre a rappresentare un’ulteriore situazione di degrado compromette la sicurezza dei residenti.
Gli abitanti che risiedono nelle abitazioni sottostanti, potrebbero rischiare di ritrovarsi rotolare addosso le grosse gomme nel percorrere quotidianamente il tratto di strada in discesa. Che si tratti di malcostume o di illeciti penali, i deterrenti normativi ci sono. Il Decreto Ministeriale n. 82 dell’ 11 aprile 2011, infatti mira a regolamentare, per quanto possibile, il fenomeno purtroppo molto diffuso, non solo nel nostro paese.
Nello specifico, con l’approvazione del regolamento per la gestione degli pneumatici fuori uso, tutte le imprese che effettuano la sostituzione di pneumatici, diventano produttori di rifiuti speciali da attività produttiva.
Cosa significa per i cittadini? Che ogni qualvolta sostituiamo le gomme alla nostra vettura, nell’acquisto di quelle nuove versiamo un piccolo contributo al Ministero dell’ambiente che serve sia per garantire il recupero dei PFU (pneumatici fuori uso), nel rispetto dell’ambiente e della salute delle persone, sia per sostenere i costi che il gommista deve supportare nell’esercizio della sua attività.