IMG-20150824-WA0004Pubblichiamo di seguito una nota pervenuta alla nostra redazione da una nostra lettrice riguardo cani randagi a Guardavalle (Cz).

La lettrice scrive: “Vorrei segnalare una questione che a me sta molto a cuore riguardante il caso del RANDAGISMO all’interno del territorio comunale, per la risoluzione del quale, con le mie sole forze, non sono riuscita ad avere alcun riscontro da ormai due anni a questa parte”. Ecco il testo integrale:  <<Dopo varie segnalazioni verbali e scritte ad ASL, Sindaco e Vigili in merito al fenomeno cani randagi e randagismo sul territorio di Guardavalle, a distanza di un anno e anche più, durante il quale mi prodigavo a salvare diversi randagi con l’aiuto dell’associazione sul territorio “LEGA PER LA DIFESA DEL CANE DI SOVERATO” di Serena Voci, devo purtroppo constatare che la situazione è degenerata.

Il risultato è che branchi di cani circolano sia a Guardavalle Superiore che a Guardavalle Marina, sotto lo sguardo indifferente di tutti e soprattutto del Sindaco sig. Pino Ussia.

Quest’ultimo, messo a conoscenza più volte della situazione, latita in maniera spudorata, negandosi al telefono e interrompendo una conversazione da me iniziata con la quale cercavo semplicemente un accordo e un sostegno per risolvere in qualche modo il problema.

Inizialmente (estate 2014) si era dimostrato disponibile e predisposto a risolvere il tutto facendo una convenzione con un canile-sanitario autorizzato, cosa che “ovviamente”, come da me temuto, ancora oggi non è stata fatta. La logica conseguenza, dovuta al fatto che i cani randagi non sterilizzati proliferano ogni sei mesi, è che la situazione è notevolmente peggiorata.

Non vivo più a Guardavalle da ormai molti anni, ma essendoci nata vi faccio sempre ritorno e m’indigna moltissimo, anno dopo anno, continuare a constatare che ciò che potrebbe, grazie a semplici atti di volontà umana, essere facilmente risolto, a causa della stessa volontà si trasforma in una montagna invalicabile.

Nonostante ciò l’unico modo per riuscire infine a risolvere il problema è iniziare a fare finalmente qualcosa.

Da un’attenta valutazione della situazione in collaborazione con l’unica volontaria del posto è emerso che i randagi provengono maggiormente dalle “campagne” ai margini del centro abitato dove la pratica della sterilizzazione è ahimè sconosciuta e i possibili destini a cui vanno incontro i cuccioli che qui nascono sono tanto ovvi quanto crudeli: abbandonati nei cassonetti ai margini delle strade come inutile spazzatura, chiusi all’interno di sacchetti di plastica che in alternativa vengono utilizzati anche per annegarli nel fiume. Quelli che si salvano iniziano naturalmente il loro vagabondaggio sul territorio, condizione che li espone ad innumerevoli pericoli e ad una vita di stenti. Tutelare questi cani tutela di rimando i cittadini che in caso contrario sono esposti a loro volta al pericolo di eventuali attacchi da parte dei branchi spaventati ed affamati oltre che a pericoli di ordine igienico-sanitario.

Detto ciò, una risposta concreta, in merito a questo argomento, da parte del sindaco è doverosa, anche e soprattutto in considerazione del fatto che i cani vaganti sul territorio da lui amministrato sono di sua proprietà e nei loro confronti ha degli obblighi di legge (LEGGE 281/91) che vanno rispettati.  Tutto ciò all’insegna di una sola parola: CIVILTA’.  Con la speranza di ottenere maggiore sensibilizzazione……>>

Firmato da una nostra lettrice che si chiama Filomena Ranieri che vive a Genova da trent’anni, ma nata a Guardavalle, dove ogni anno, precisa,  fa ritorno.

 

 

 

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