Emergerebbe questa ipotesi dai primi risultati dell’autopsia sul corpo di Davide Vincenzo Amato. Si spiegherebbe così il rinvenimento di una cartuccia da parte dell’ArmaPrima assassinato e poi bruciato.
Sarebbero emerse delle novità interessanti – è quanto riporta la Gazzetta del Sud – dall’esame autoptico eseguito sul corpo devastato di Davide Vincenzo Amato, il boscaiolo 32enne ucciso e bruciato nella notte tra il 18 e il 19 novembre scorsi a “Elce della vecchia”, isolata frazione montana di Guardavalle. Stando ad alcune indiscrezioni, infatti, gli approfonditi esami condotti all’Istituto di medicina legale del Policlinico universitario di Catanzaro avrebbero portato al ritrovamento di un segno probabilmente lasciato da un colpo di arma da fuoco. Il medico legale Isabella Aquila (che già era intervenuta sul luogo del ritrovamento del corpo di Amato) ha lavorato duramente in questi giorni sui resti del giovane ucciso, effettuando approfonditi esami sulle ossa, attraverso radiografie e Tac. Se confermata dal suo referto, la traccia di arma da fuoco accrescerebbe le sorti dell’ipotesi di un’uccisione con arma da fuoco. Non solo, ma potrebbe andare anche a legarsi strettamente al recente ritrovamento di una cartuccia di fucile (riferito ieri dalla “Gazzetta del Sud”) da parte dei carabinieri che, nei giorni successivi alla scoperta del cadavere hanno continuato a setacciare la zona del delitto alla ricerca di elementi utili. (Gazzeta del Sud)