‘Made in carcere’ la realtà imprenditoriale ‘socio-penitenziale’ sbarca alla biblioteca dei piccoli. La scorsa settimana l’associazione SUDest in sinergia con il Centro Sociale Anziani di Guardavalle Marina ha organizzato un incontro sul tema dell’ innovazione sociale e sui talenti professionali del territorio. A raccontare la sua esperienza professione e umana la psicologa Carmen Fragaliti.
L’esperta ha condiviso, con i bimbi guardavallesi, tratti della sua avventura nel carcere leccese, dove sono state avviate attività imprenditoriali sostenibili. Un lungo e interessante pomeriggio che ha offerto ai numerosi presenti di conoscere i molteplici aspetti della vita tra le mura carcerarie e l’ opportunità per 20 detenute (alcune calabresi) di riacquistare attraverso il lavoro, una nuova dignità sociale.Con semplicità e chiarezza, la dottoressa Fragalita ha risposto alle numerose domande dei bambini e degli adulti intervenuti all’ iniziativa.
Curiosità legate al modo in cui vivono nelle prigioni italiane le persone che hanno sbagliato, al perchè della sua scelta professionale, passando per gli inevitabili pregiudizi e la paura di relazionarsi con le ‘carcerate’. La giovane professionista impegnata in più fronti, ha spiegato per sommi capi come si articola il modello di sviluppo sostenibile del ‘Made in carcere’: tessuti di scarto provenienti da importanti aziende di moda italiane, vengono ri-assemblate nei laboratori del carcere di Lecce dalle detenute, per diventare borse e accessori di moda.
La professionalità e l’ impegno nel sociale di donne come la dottoressa Fragalita, sono un ottimo esempio per i piccoli cittadini – afferma la presidente Genny Pasquino– La seconda chance che il lavoro di sartoria offre alle detenute e a tessuti, dimostra che il bello può esiste ovunque. Basta cercarlo” . (Genny Pasquino)