Insieme alle politiche culturali, al sistema dei servizi pubblici locali, in primis gestione del ciclo dei rifiuti e della mobilità urbana, – fa sapere Giuseppe Grioli, candidato alle Primarie 2013 – lo sviluppo della città passa per un nuovo rapporto tra soggetti istituzionali, enti di ricerca, imprese e cittadini ed una visione condivisa.
Il Comune che immaginiamo di governare – prosegue il candidato del PD – si fa portatore di una visione strategica che valorizza le proprie vocazioni territoriali attraverso una rete fortemente interconnessa tra i vari Enti pubblici e soggetti privati che a vario titolo sono da considerare protagonisti dello sviluppo del territorio. La nostra strategia di governo deve tenere insieme il funzionamento ordinario dei servizi al cittadino e la programmazione strategica della comunità.
La “Città Interconnessa” si costruisce attraverso una pianificazione dello sviluppo che trasforma il Comune in soggetto di relazione, facilitatore dei rapporti tra tutti gli altri Enti protagonisti dello sviluppo del territorio. Il Comune insieme alla rete di relazioni con Autorità Portuale, Regione, Provincia, Università, CNR, Istituto Talassografico, ASI, ESA, Forze dell’ordine, Ordini Professionali, Sindacati, Imprese deve mettere in moto un circuito virtuoso di relazioni per la crescita e lo sviluppo. Il metodo della collaborazione interistituzionale deve diventare prassi consolidata della vita amministrativa e non fatto episodico, limitato ad ambiti ristretti di progettualità. Collaborazione interistituzionale significa innanzitutto coordinamento tra i diversi nodi della rete complessa della città (enti, istituzioni, corpi intermedi).
Una collaborazione finalizzata ad un confronto decidente tra le parte, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità per la realizzazione della visione condivisa dello sviluppo locale. Il coinvolgimento dei portatori di interessi socio-economici e le forme di stabile concertazione tra i diversi attori possono rafforzare la competitività dell’area metropolitana attraverso una visione strategica dello sviluppo capace di individuare e porre a sistema le opportunità e le potenzialità peculiari della città e dei rispettivi territori, della infrastrutture materiali ed immateriali, del capitale sociale e ambientale. Città polo di eccellenza nelle tecniche di prevenzione dai rischi Messina potrà cosi trasformare le proprie criticità in fattori di sviluppo.
Attraverso la ricerca applicata il potenziale di rischio delle città (idrogeologico, sismico, di inquinamento ambientale) può diventare spazio di sperimentazione per enti di ricerca ed imprese innovative. Città della cultura e del turismo Messina possiede beni culturali e opere d’arte uniche al mondo. Occorre fare sistema di ciò che esiste e valorizzare ciò che è abbandonato per trasformarlo in attrattore culturale. Il sistema culturale rappresenta l’asset strategico del mio programma così come lo è per la maggior parte delle città del mondo. Città metropolitana e area dello stretto. Con il venir meno delle Provincie Messina può assumere un ruolo strategico come città metropolitana. Il capoluogo baricentro di un’area metropolitana che comprende circa quaranta comuni può assumere un ruolo strategico nei settori dei rifiuti, dei trasporti e dello sviluppo economico.
Tale dimensione dovrà proiettarsi nell’area dello stretto con l’obiettivo di conurbare un’area unica al mondo che assumerà caratteristiche competitive per attrarre finanziamenti dell’Unione Europea per lo sviluppo e i trasporti.
In questa visione sono tre opere per cambiare volto alla città: Il porto di Tremestieri, la realizzazione della via del mare e la riqualificazione della Real Cittadella. Sono opere realizzabili – conclude l’ex segretario cittadino del Pd – che avranno un impatto positivo sulla città. La vetrina di Messina per i turisti che scendono dalle navi da crociera: la Dogana la hall deve diventare la hall della città esponendo la storia e le opere d’arte uniche che Messina possiede.