MESSINA – “Per le candidature alle amministrative deve essere chiaro chi in questi anni ha governato e chi invece è stato all’opposizione”. Il segretario cittadino del Pd Grioli mette i paletti al gioco delle alleanze. Il candidato a sindaco dovrà essere espressione di chi ha fatto opposizione e dovrà passare attraverso le primarie.

“Dobbiamo tenere distinte le alleanze delle regionali da quelle per le amministrative e per queste ultime il Pd deve essere il baricentro di ogni decisione”. Ad alzare la paletta dell’ALT al gioco delle candidature oggi è il segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli, alle prese con l’ingresso delle truppe ex azzurre nel partito guidato da D’Alia, premessa di nascita di un carro armato che avrà come prossimo obiettivo Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni.

“Senza entrare nel merito di decisioni che sono dell’Udc e non spetta certo a noi giudicare è chiaro che non apprendiamo con piacere dell’ingresso di ex Pdl nell’alleanza di centro-sinistra- prosegue Grioli- Spostamenti del genere alla vigilia delle elezioni dimostrano come ormai l’interesse generale è messo al secondo posto rispetto alla possibilità di farsi un altro giro o di un posticino al sole”.

Sul fonte Crocetta, la cui coalizione si va facendo di giorno in giorno sempre più allargata, Grioli non condivide gli attacchi che vengono fatti alla presenza dell’Udc

“che ha dimostrato in tempo quel che pensava del governo Lombardo ed ha fatto scelte nette, non è più quella dei cosiddetti cuffariani”, ma il timore (fondato) è che, poiché “l’appetito vien mangiando” un partito centrista sempre più forte finisca con il voler determinare il candidato a sindaco, chiedendo poi al Pd di condividerlo.

Ed è su questi punti che il Pd, secondo Grioli, dovrebbe mettere i paletti, perché la beffa maggiore sarebbe che se il patto locale UDC-PD regge fino alle amministrative il candidato sindaco potrebbe persino essere un ex Pdl, un esponente che fino a pochi mesi prima delle amministrative è stato nel centro-destra, pienamente e convintamente.

“Lei pensa che dopo 5 anni che il Pd ha fatto opposizione al Pdl ed a Buzzanca possiamo mai appoggiare un candidato sindaco che sia frutto di questa esperienza?”

In realtà anche l’Udc ha fatto parte di questa esperienza e continua a farne parte in armonia nel palazzo di fronte, alla Provincia, nella giunta Ricevuto.

“Infatti questo discorso riguarda anche l’Udc. Io sono convinto che il Pd debba restare il baricentro delle alleanze per un’alternativa ad una maggioranza che ha lasciato solo macerie a Messina. Chi vorrà dialogare con noi dovrà dimostrare d’aver rotto con quel sistema. Le dimissioni degli assessori comunali Udc vanno in questa direzione ed in ogni caso durante questi quattro anni i consiglieri hanno sempre dimostrato di non condividere tutte le scelte dell’amministrazione”.

Dietro le righe si legge chiaro un messaggio: il candidato di centro-sinistra per Palazzo Zanca tocca sceglierlo a chi ha fatto opposizione, quindi al Pd, che in questi mesi ha avviato un percorso attraverso l’elaborazione del programma ed i forum che può essere allargato ma non “inglobato”.

“Il percorso che abbiamo fatto è importante, così come le primarie. Devono essere le primarie a indicare il nome per l’alternativa e lo strumento ideale per scegliere- prosegue Grioli- L’Udc può essere un partner per costruirla ma deve essere chiaro che in questi anni c’è stato chi ha governato e chi è stato all’opposizione e i due ruoli non possono essere confusi”.

Insomma non è mischiando le carte che alla fine il Pd resterà fuori nella terra del Gattopardo dove tutto cambia per non cambiare nulla.

Un’intesa che porti l’anno prossimo ad un candidato sindaco che fino a pochi mesi prima è stato alleato di Buzzanca o suo compagno di partito non vedrà il via libera del segretario cittadino del Pd. Certo, siamo ancora all’inizio del lungo viaggio e non sappiamo i vertici del suo partito come la pensano….

Tempostretto.it – Rosaria Brancato

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