olocausto_0Questo periodo, così pesante e difficile, non vedrà –come negli ultimi anni – la presenza attenta numerosa degli liceali dell’Istituto La Farina presso l’Aula Magna del nostro Ateneo a celebrare il Giorno della memoria, istituita dalla Repubblica italiana nel lontano 2000 e sostenuta da tutti i Rettori che nel tempo si sono succeduti.

Le ragioni le conosciamo; difficile organizzare l’evento in altro modo, se non quello del ricordo che i professori – in primis Antonino Carabellò, da sempre prezioso collaboratore di questa iniziativa- potranno in questo giorno presentare agli studenti.

“A noi rimane l’impegno – ha spiegato la professoressa Paola Ricci che per in nostro Ateneo è stata la promotrice e curatrice dell’evento – di non spezzare questa tradizione, che nel tempo si è arricchita dei contributi degli studenti, chiamati a inizio anno scolastico ad approfondire un tema specifico legato al disastro della Shoah’ attraverso lettura di testimonianze, di racconti della letteratura concentrazionaria, dei film ispirati a questa tragica pagina del Novecento, alle arti figurative che riempivano il corridoio adiacente all’Aula Magna”.

Il Giorno della memoria perdeva in tal senso l’immagine di una mera celebrazione istituzionale, alla quale gli studenti erano costretti ad una partecipazione passiva, per costituirsi come momento vivo e condiviso, diventando per loro una prova di rilettura personale, costruita nei mesi dall’attiva lezione a scuola, per un evento, da loro così poco conosciuto e talvolta visto che una pagina di storia lontana.

“Ogni 27 gennaio, lo ricordo, i colleghi universitari, gli storici innanzitutto, poi i filosofi e gli esperti della comunicazione -ha concluso la professoressa Ricci – offrivano alle centinaia di studenti assiepati nell’Aula Magna, il loro momento di studio e di riflessione sulla tematica scelta, dando successivamente spazio al lavoro dei ragazzi, alle loro domande, orientate alla ricerca di un possibile legame di quella Memoria con gli interrogativi di senso che animano il nostro presente. Che questo momento di studio non vada perduto, nell’attesa del nuovo anno che tutti ci auguriamo liberato dalla pandemia”.

Appuntamento dunque soltanto rinviato al prossimo anno.

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