Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato di Gioia Tauro ha allertato la Guardia Costiera a seguito di una richiesta di soccorso, giunta sull’utenza “113”, da parte di uno sconosciuto che, in lingua inglese, riferiva di trovarsi a bordo di un’imbarcazione, in prossimità del tratto costiero di Gioia Tauro. L’imbarcazione a vela di colore bianco battente bandiera tedesca, denominata “Firefox”, con a bordo circa 30 migranti è stata, quindi, abbordata e trainata sino alla darsena del Porto di Gioia Tauro.
Nell’area portuale sono prontamente intervenute unità della Polizia di Stato di Gioia Tauro, della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, dell’Agenzia Frontex, della Protezione Civile e della Croce Rossa, per avviare le prime operazioni di assistenza, triage sanitario e preidentificazione dei migranti. Durante le operazioni di sbarco sono stati preidentificati e, successivamente, foto-segnalati presso il Posto di Segnalamento e Documentazione di Polizia Scientifica di Gioia Tauro 37 migranti, di cui 26 uomini, 5 donne, e 6 minori.
All’esito delle procedure di foto-segnalamento sono stati identificati 7 migranti di etnia curdo-iraniana, 28 migranti di etnia curdo-irachena e 2 soggetti, di chiare origini europee, su cui si è concentrata l’attenzione investigativa finalizzata ad accertarne eventuali responsabilità per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le indagini condotte congiuntamente dal personale della Polizia di Stato di Gioia Tauro e dal personale della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Gioia Tauro, hanno permesso di raccogliere schiaccianti evidenze probatorie a carico dei 2 predetti, identificati per REDCHENKO Oleksandr, 44enne ucraino e APOLONSKY Roman, 25enne russo. I due, anche grazie alle testimonianze rese da alcuni migranti, sono stati sottoposti a fermo d’indiziato di delitto per aver effettuato il trasporto illegale di stranieri nel territorio dello Stato, con l’aggravante di aver commesso il fatto cagionando l’ingresso nel territorio italiano di più di cinque persone e di averle esposte a pericolo per la loro vita e di averle sottoposte a trattamento inumano e/o degradante, lasciandoli senza acqua né cibo durante la navigazione.