Il convegno è stato organizzato in collaborazione con il Parco archeologico di Naxos-Taormina. Il titolo “Aspettando la rassegna di archeologia subacquea” sottintende la volontà di rifondare a Naxos, già a partire dal prossimo anno, l’appuntamento internazionale interrotto nel 2001.
«Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre». Le parole dello storico Fernand Braudel, meglio di altre, spiegano cosa anima le attività di ricerca portate avanti da archeologi ed istituzioni nei fondali attorno alla Sicilia. Delle nuove scoperte, ma anche di tutela a valorizzazione del patrimonio sommerso, si è discusso durante il convegno “Aspettando la rassegna di archeologia subacquea”, organizzato dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dal Parco archeologico di Naxos-Taormina, dalla Soprintendenza del Mare e dal comune di Giardini Naxos.
«Mancava in Sicilia un’iniziativa destinata agli addetti ai lavori di archeologia subacquea – ha dichiarato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – Il nostro obiettivo è riportare, qui dove è nata a Giardini Naxos, la rassegna di archeologia subacquea e farla diventare un appuntamento fisso con studiosi ed esperti di fama internazionale». «L’impegno della Soprintendenza del Mare – ha affermato il soprintendente Adriana Fresina – va nella direzione di programmare un appuntamento annuale che metta insieme le ricerche e le esperienze che abbiamo raggiunto nel settore dell’archeologia subacquea come previsto dalla convenzione Unesco».
«Il Parco archeologico di Naxos Taormina – ha spiegato il direttore Vera Greco – insieme alle tante attività in cantiere, punta anche alla valorizzazione anche del patrimonio culturale sommerso. E rifondare a Naxos, la prima colonia greca di Sicilia, la rassegna di archeologia subacquea interrotta nel 2001 può essere un’opportunità per aprirsi al grande pubblico». «Un’occasione importante per Giardini Naxos – ha sottolineato il sindaco Pancrazio Lo Turco – per far tornare a casa uno degli eventi che ha caratterizzato il nostro territorio per oltre quindici anni».
Dopo i saluti istituzionali si è entrati nel vivo dei lavori con un focus su “Le navi lapidarie romane”. Dai due relitti ritrovati al largo di Naxos, i relatori Sebastiano Tusa, Carlo Beltrame dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Lorenzo Lazzarini dell’Università Iuav di Venezia, Patrizio Pensabene dell’Università La Sapienza di Roma hanno ricostruito la mappa degli ultimi ritrovamenti di carichi di marmo naufragati lungo le coste siciliane. «Il progetto – hanno spiegato Carlo Beltrame e Lorenzo Lazzarini – mira a tracciare le rotte che percorrevano le navi in età romana a partire dagli ultimi relitti datati III secolo d.C. rinvenuti a Marzamemi, Capo Granitola e Isola delle Correnti».
«I ritrovamenti delle navi romane lungo le coste siciliane – ha evidenziato Patrizio Pensabene – danno molte informazioni non soltanto sul tipo di carico, solitamente blocchi di marmo e colonnati, ma anche sull’organizzazione del trasporto e sulle rotte nel bacino del Mediterraneo».
Nel pomeriggio si è discusso di “Storie sopra e sotto il mare di Sicilia” con vari interventi sulle attività condotte dalla Soprintendenza del Mare e dalla Guardia Costiera nei fondali attorno all’isola. Sono intervenuti: Adriana Fresina, Francesca Oliveri, Claudio Di Franco, Roberto La Rocca, Nicolò Bruno, Floriana Agneto della Soprintendenza del Mare, Maria Costanza ex direttore del Parco archeologico di Naxos e Giuseppe Simeone del Nucleo sub Guardia Costiera di Messina. In particolare, Maria Costanza Lentini ha presentato l’attività di ricerca sull’arsenale navale della colonia di Naxos. «Il complesso dell’arsenale navale o neorion del VI secolo a.C. rappresenta la scoperta più importante dell’ultimo decennio di ricerca a Naxos. Al suo interno trovavano ricovero le triremi, le più famose navi da guerra dell’antichità, dimostrando che Naxos aveva una flotta militare».
La giornata di studi si è conclusa con la proiezione nella piazza del Municipio di Giardini Naxos di due documentari: “Sopmare story – Il passato riemerso” di Salvo Emma, prodotto dalla Soprintendenza del Mare della Regione siciliana, e “Il porto egiziano nascosto. Un mito che riemerge” di Jan Tenhaven. La proiezione è stata curata della Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea e presentata da Alessandra Cillio, direttore artistico del festival “Cinema archeologico subacqueo”, e Fulvia Toscano, presidente dell’Archeolclub Naxos Taormina.