Ci è voluto poco, pochissimo, perché i militari della Stazione di Santa Cristina Gela individuassero il colpevole del furto consumatosi nella notte tra il 27 ed il 28 gennaio scorso nella biblioteca comunale del piccolo centro. Dopo la forzatura del portone d’ingresso erano stati asportati una stufa, un pc portatile, una telecamera ed una Playstation Sony. I militari, intervenuti quella mattina per i rilievi e coordinati direttamente dalla Compagnia di Monreale, hanno ricevuto la denuncia del Sindaco Massimo Diano e, immediatamente dopo, si sono messi all’opera per ricostruire l’accaduto. Proficua la collaborazione ed il senso civico di due cittadini, che hanno immediatamente collaborato con le Autorità per ritrovare i beni che appartenevano a tutta la collettività: e così i militari hanno escusso due testimoni che quella notte non solo avevano incontrato Lubjian Ruhani, 33enne di origine albanese sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Santa Cristina Gela, ma che addirittura, nottetempo, si erano visti stranamente offrire una telecamere al prezzo l’uno di 50 e l’altro di 200 €. Scattata la perquisizione domiciliare a carico del Ruhani i militari hanno rinvenuto invece la playstation e la stufa, recante peraltro lo stemma del Comune, cui i beni sono stati immediatamente restituiti nella persona del Sindaco. Pc e telecamera erano invece spariti.
Per Ruhani sono scattate le manette: pur essendo infatti decorsa da tempo la flagranza del furto, i militari si sono avvalsi della peculiare normativa che consente di trarre in arresto, anche fuori flagranza, il sorvegliato speciale che viola le prescrizioni impostegli; il Ruhani, come attestato dalle testimonianze acquisite, si era allontanato di notte dalla sua abitazione, non essendone autorizzato, ed aveva violato il generico obbligo di “vivere onestamente e rispettare la legge” impostogli con la misura allorché trovato in possesso della refurtiva.
Dopo la convalida dell’arresto sabato mattina di fronte al G.I.P. di Termini Imerese e la richiesta di termini a difesa, il pregiudicato si è visto applicare la misura degli arresti domiciliari.