A seguito del provvedimento di ingiunzione alla TirrenoAmbiente SpA di demolire tutte le suddette opere abusive entro 90 giorni dalla notifica, emesso con ordinanza n. 2 del 19 febbraio 2015 dal responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, a demolire alcuni edifici non a norma di legge siti in contrada Zuppà, dove si trova la relativa discarica e gli impianti di smaltimento rifiuti, individuati nei seguenti manufatti: corpo A costituito da un edificio adibito ad uffici; corpo B da edificio adibito ad impianto di percolato; corpo C da zona di cogenerazione di recupero di biogas; corpo D da manufatto adibito a vasca di accumulo di percolato; corpo E da edificio per impianto di selezione R.S.U. e relativa biostabilizzazione e biodegestione; corpo F da edificio adibito a spogliatoi per personale dipendente; corpo G da edifici adibiti a magazzini e depositi attrezzi; corpo H da manufatti vari consistenti in tre piccole strutture ad una elevazione fuori terra, il Sindaco di Furnari Avv. Mario Foti è intervenuto con una nota in merito a siffatto provvedimento: “Questi fatti denotano ancora una volta come, al di là delle rappresentazioni teatrali e mediatiche, cui per anni abbiamo assistito a danno della comunità furnarese, la TirrenoAmbiente spa continua a manifestarsi, in tutta la sua evidenza, come un coacervo di illegalità in un territorio già oltraggiato da interessi mafiosi e criminali. Sono ormai trascorsi i tempi in cui la TirrenoAmbiente SpA veniva presentata come un modello da imitare ed invidiare, secondo gli interessati giudizi espressi sia da precedenti amministratori del Comune di Mazzarrà che della predetta società, non considerando quelli attuali. Ciò proprio quando gli abitanti di Furnari, che sopportavano quotidianamente l’olezzo nauseabondo, che proveniva dalla discarica, venivano ignorati o, peggio, sbeffeggiati da esponenti della società che gestisce l’invaso, dai sindaci di Mazzarrà S.A. e talvolta anche dalle istituzioni che restavano sorde alle reiterate e legittime proteste. Adesso grazie al fatto che l‘attuale Amministrazione Comunale di Furnari – dopo le gravi vicende elettorali, che ne hanno condizionato anche il consenso popolare – è stata presente in tutte le sedi, ivi comprese le conferenze di servizi, a tutela e difesa del suo territorio e della sua popolazione residente, il vaso di Pandora è stato aperto e da questo vaso emerge in modo evidente e drammatico quante illegalità, complicità, omissioni gli abitanti di Furnari hanno dovuto sopportare per quasi dodici anni.
Adesso qualcuno accusa strumentalmente il Sindaco di Furnari di avere fatto perdere posti di lavoro in discarica, quando invece questo falso assunto dovrebbe ricadere sui vertici della Società i quali, dopo avere gestito enormi risorse sociali, hanno l’obbligo di garantire i posti di lavoro, mettendo in sicurezza l’invaso con i 27 milioni di euro già incassati per la bonifica che detengono (o dovrebbero detenere) nella casse societarie, che si aggiungono ai 22 milioni di euro, che dovrebbero ancora incassare per tale finalità. Su tutto questo e su altro ancora il Comune di Furnari dirà la sua e, attraverso il suo Sindaco, tutelerà sempre gli interessi della cittadinanza nella prossima conferenza di servizi che sarà tenuta a Palermo, presso il Dipartimento dell’Assessorato Acque e Rifiuti il prossimo 25 febbraio”.
Foti Rodrigo