Una nota della Prefettura di Messina rileva che esiste un rischio di danno ambientale derivante dallo stoccaggio del percolato nella discarica, per il quale la Commissione Straordinaria di Mazzarrà Sant’Andrea starebbe emettendo un provvedimento ex art. 191 del Codice dell’Ambiente (D.P.R. 152/2006). Detta nota, nella quale si fa riferimento ad una riunione avvenuta in Prefettura alla presenza dei soggetti interessati, evidenzia che “si sarebbe preso atto che delle attuali difficoltà finanziarie, in cui versa la società mista, che non le consentono in relazione ai notevoli crediti vantati di assolvere agli impegni assunti nei confronti dei fornitori, che già da tempo hanno sospeso il servizio di trasporto e smaltimento del percolato”. In conseguenza di ciò il Sindaco di Furnari Avv. Mario Foti ha lanciato l’allarme: “In buona sostanza, si assiste al solito gioco di prestigio con il quale la società mista un tempo teneva sotto scacco con l’emergenza rifiuti la provincia di Messina, mentre adesso il medesimo gioco continua con l’emergenza del percolato causato, a detta della TirrenoAmbiente s.p.a., dai creditori.
Il tutto con la presa d’atto delle istituzioni e della Prefettura di Messina, che come in passato assistono acriticamente all’insorgere di questa emergenza ambientale, quasi fosse un accadimento naturale imprevisto o imprevedibile. Dinanzi a questa ennesima furbata della società mista il Sindaco di Furnari esprime ancora una volta sconcerto e stupore, perché permangono le pericolose condizioni di rischio alle matrici ambientali ed alle risorse idriche della popolazione di Furnari”. Già nella conferenza di servizio dell’1 luglio 2015 al Dipartimento Acqua e Rifiuti veniva evidenziato dagli inquirenti del NOE Carabinieri “una situazione dei luoghi che desta molta preoccupazione per le implicazioni ambientali che comporta” costituita, in particolare dall’ “esistenza di un tubo in acciaio di grosso diametro deformato dall’eccessivo peso del sovrastante rilevato di discarica. Detta tubazione che corre sotto il fondo impermeabilizzato della discarica, risulta lesionato in più parti; dai prelievi effettuati nel suddetto pozzo l’acqua di falda risulta inquinata da percolato…”.
Una situazione critica per la quale il primo cittadino furnarese ha più volte chiesto il commissariamento di tale società mista, nella quale degli pseudo imprenditori hanno gestito per 12 anni centinaia di milioni di euro, violando reiteratamente le norme in materia di trasparenza e quella ambientali, incamerando oneri di “messa in sicurezza” e “gestione di post chiusura” per circa 50 milioni di euro con la mancanza di vigilanza di istituzioni ed organi dello Stato. Adesso, si assiste all’annuncio che quelle somme sono sparite mentre sulle relative garanzie finanziarie le Istituzioni appaiono stranamente confuse o ignoranti.
“Stupisce ancora che, a fronte di una richiesta di commissariamento avanzata dal Presidente della Regione, il Prefetto di Messina, interpellato dall’Autorità sull’Anticorruzione, ha espresso un parere di cui non si ha notizia mentre non vi è stato alcun commissariamento. – ha chiosato Foti – Ciò quando proprio subito dopo avveniva la condanna in via definitiva del suo primo presidente per concorso esterno in reato associativo e, a seguire, venivano arrestati per presunta corruzione tre amministratori delegati e il sindaco pro-tempore del Comune capofila. Circostanza degna di nota è che dalle risultanze investigative si evidenziava che proprio un ex amministratore delegato di lungo corso, “suggeriva” ai nuovi vertici i comportamenti da tenere per mantenere la situazione di controllo nei confronti dell’ente pubblico, a dimostrazione che all’interno della società mista, gattopardescamente, tutto era cambiato per non cambiare nulla. Non può ancora sfuggire che la custodia della discarica viene affidata, mantenuta e curata da un soggetto resosi responsabile dell’abbancamento illecito di oltre un milione di metri cubi di rifiuti e che lo stesso, attualmente ed anche nottetempo, gestisce ancora lo smaltimento del percolato, per il quale adesso si è reiterato il nuovo ricatto ambientale per insorgente l’emergenza. Questi fatti denotano ancora una volta come, al di la delle rappresentazioni mediatiche cui per anni abbiamo assistito, la TirrenoAmbiente s.p.a. continua a manifestarsi in tutta la sua evidenza come un coacervo di illegalità che non trova soluzione di continuità. Questi comportamenti vengono accettati acriticamente e in modo eccessivamente garantista dalle istituzioni che detengono le garanzie finanziarie, le cui rilevanti somme ancora non sono state escusse, quando la salute dei cittadini Furnaresi non conosce le medesime garanzie. Nonostante il vaso di Pandora sia stato aperto da tempo, continuano i giochi di ruolo che forse vorrebbero coprire antiche omissioni”. Su tutto questo e su altro ancora il Sindaco di Furnari chiederà di essere sentito dalla Commissione bicamerale per il ciclo illecito dei rifiuti e dalla Commissione parlamentare Antimafia.
Foti Rodrigo