L’Università della Terza età di Soverato ha indetto una partecipata e applaudita serata dedicata al quinto centenario della nascita di Guglielmo Sirleto, con relazioni di don Leonardo Calabretta su Sirleto e il Concilio di Trento; e di Ulderico Nisticò sui rapporti tra il Sirleto e il suo tempo con particolare riguardo alla Calabria. Sono emersi, tra i meriti del grande guardavallese,
- l’essere stato grecista e latinista e orientalista;
- aver posto la filologia al servizio della teologia;
- aver supportato i lavori di Trento con la cultura e le conoscenze bibliografiche;
- aver assunto funzioni diplomatiche;
- aver indirizzato le forze cattoliche alla battaglia di Lepanto (leggete la mia edizione delle opere di Lattanzio Arturo da Cropani);
- essere stato indicato come candidato al Soglio papale;
- aver sostenuto le tesi dei Giglio e la riforma del Calendario oggi in vigore nel mondo;
- aver accolto i dotti calabresi in Roma, tra cui il Barrio, il Grano…
- aver curato quanto restava del monachesimo greco in Calabria, dando vita nel 1579 a un Ordine Basiliano sul modello degli Ordini latini;
- essere stato vescovo di San Marco [Argentano] e Squillace; su questa Diocesi, estesa fino a Placanica, gli successero dei nipoti, tra cui il celebre Marcello: a loro si deve l’inizio, non portato a termine, della chiesa di San Carlo Borromeo in Guardavalle…
- eccetera.
Se il Sirleto fosse nato a Casalecchio sul Reno, a Pordenone, a Sondrio, a Gubbio, ebbene gli Umbri i Lombardi i Friulani i Romagnoli avrebbero già da tempo deciso e attuato celebrazioni e studi e libri e convegni e feste in onore di un così illustre cittadino, e creato motivi di turismo culturale e simili. I Calabresi invece, per restare solo all’ultimo quindicennio, sono riusciti a sprecare le seguenti occasioni:
- morte del granconte Ruggero, ricorrenza nel 2001;
- morte di san Nilo, ricorrenza nel 2003;
- insurrezione della Calabria contro Giuseppe Buonaparte e Murat, ricorrenza nel 2006-12;
- morte di san Francesco di Paola, ricorrenza nel 2007: quanto dire!!!
- nascita di Luigi Giglio, ricorrenza nel 2010…
- eccetera.
Come sprecheranno l’anniversario del Sirleto? Presto detto:
- Regione, Provincia di Catanzaro, Provincia di Reggio, Comuni di Guardavalle, Stilo e dintorni, non stanno, che si sappia, facendo nulla e nulla preparando. Per carità, si sentono parole, ma, come dicono a Madrid, plumas y palabras, el viento las lleva.
- lo stesso per le Diocesi di Catanzaro e Gerace;
- quand’anche Regione, Provincia di Catanzaro, Provincia di Reggio, Comuni di Guardavalle, Stilo e dintorni decidessero stasera stessa di dedicare notti e giorni dell’intero 2014 alle celebrazioni del Sirleto, è tardi per qualsiasi cosa seria. Esempi: non si può telefonare in Vaticano “per favore, mandatemi un cardinale” come fosse un pacco; non si può telefonare a Milano ai nobili Borromeo d’Adda “per cortesia, mandatemi un conte un marchese una dama e festeggiare l’amicizia del Sirleto con san Carlo” (chiamati ad anno iniziato, credo che, da nobili milanesi di buon sangue antico, risponderebbero con espressioni irriferibili ma colorite in dialetto meneghino); lo stesso per l’arcivescovo di Milano; eccetera per la Biblioteca Vaticana e varie altre cose che qui non sto a dire; lo stesso per l’indizione di un convegno di studi con studiosi e degni di questo nome e che sappiano chi fu il Sirleto.
Che farà la Calabria, per il Sirleto?
– Nulla di serio;
– Un convegno in fretta e furia magari a sfondo antimafia segue cena;
– Una festa con mozzarelle, soppressate, tarantella: tutte cose nobilissime e che io amo molto, però non c’entrano nulla con il Sirleto; però i soldi bisogna pur spenderli, e il Sirleto, essendo morto (e, da vivo, residente altrove), non vota, i mozzarellari sì.
Fonte: SoveratoWeb – Ulderico Nisticò
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CostaJonicaWeb.it – Chi era Guglielmo Sirleto? Da Wikipedia la Biografia
Nato a Stilo, figlio di un medico calabrese, Guglielmo Sirleto ricevette un’eccellente educazione. Erroneamente si ritiene sia nato a Guardavalle: in realtà, nativo di Guardavalle (ai tempi casale dell’Università di Stilo) fu un suo nipote divenuto egli stesso cardinale di Squillace[senza fonte]. Si formò a Napoli dove si distinse nello studio dell’ebraico, del greco, del latino, della filosofia e della teologia.
Si trasferì poi a Roma, dove nel 1537 Filippo Neri vendette i propri libri e ne offrì il ricavato per questo giovane calabrese in cerca di fortuna.
A Roma strinse amicizia con i cardinali Girolamo Seripando e Marcello Cervini, futuro papa Marcello II. Di quest’ultimo divenne uno dei più fidati collaboratori durante i lavori delConcilio di Trento, inizialmente presieduto dal Cervini, per il quale preparò dettagliate relazioni su tutte le più importanti questioni portate in discussione.
Il Cervini, divenuto papa, lo nominò custode della Biblioteca Apostolica Vaticana e gli affidò l’educazione dei nipoti. Da custode della biblioteca apostolica, Sirleto compilò uno dei primi cataloghi descrittivi, con un indice descrittivo completo dei manoscritti in lingua greca e portò a termine una nuova edizione della Vulgata.
Sirleto godette anche della fiducia di papa Paolo IV, che gli confermò l’incarico di precettore per i giovani famigliari del pontefice e lo nominò Protonotario apostolico. Dopo la morte del Carafa, si ritirò nella casa di formazione dei teatini (l’ordine che Paolo IV aveva contribuito a fondare) in San Silvestro al Quirinale, dove divenne docente greco ed ebraico, avendo tra i suoi allievi il futuro San Carlo Borromeo.
Nella fase conclusiva del Concilio di Trento, Sirleto, pur continuando a risiedere a Roma, fu comunque un assiduo e più ascoltato consigliere dei legati pontifici in missione conciliare.
Su proposta di Carlo Borromeo (che del Sirleto era stato allievo) papa Pio IV lo innalzò al cardinalato nel concistoro del 12 marzo 1565 e lo nominò diacono di San Lorenzo in Panisperna. Il pontefice stesso lo consacrò poi vescovo e gli affidò la diocesi di San Marco in Calabria (1566) prima e successivamente quella di Squillace (1568), al cui governo rinunciò nel 1575 dopo che, su ordine del segretario di stato, aveva dovuto stabilire nel 1570 la sua residenza a Roma per assumere la carica di Bibliotecario apostolico.
A Roma presiedette le commissioni per la riforma del Messale e del Breviario Romano, del Catechismo Romano, del calendario dei santi e del Martirologio. Curò l’edizione delCatechismo Tridentino, della Vulgata e del Corpus Juris Canonici.
Amante della cultura greca, intrattenne relazioni amichevoli con l’Oriente e incoraggiò ogni sforzo tendente alla riunione ecumenica della cristianità.
Si spense a Roma nel 1585, assistito sul letto di morte da Filippo Neri e fu seppellito alla presenza di Sisto V.
Presso la Biblioteca Apostolica Vaticana dopo un’iniziale dispersione, è conservata la sua ricca raccolta di manoscritti, e la corrispondenza che il cardinale tenne con i più illustri personaggi del suo tempo.