Nel corso del 2016, il fenomeno migratorio ha continuato ad interessare in modo consistente la Calabria, confermando il trend ormai consolidato negli ultimi anni.
In particolare la costa Jonica della Calabria continua ad essere la destinazione finale dei flussi di migranti provenienti dall’area orientale del Mediterraneo, specialmente dalla Turchia e in misura minore dalla Grecia. Nel contempo tutti i porti della regione sono stati utilizzati quali interfaccia di trasbordo a terra dei migranti salvati da unità navali operanti nel canale di Sicilia.
Con riguardo all’attività di soccorso nel mar Jonio sono stati impegnati in particolare i mezzi e il personale delle Capitanerie di porto di Crotone e Roccella Jonica, ove sono dislocate le unità “Classe 300”, appositamente studiate per la ricerca ed il salvataggio ad elevata distanza dalla costa, e caratterizzate da eccellente tenuta del mare e velocità di intervento. Tali mezzi hanno operato fino ad oltre 100 miglia dalla costa riuscendo ad accogliere a bordo fino a 150 persone per volta.
Le operazioni di soccorso, coordinate dalla sala operativa del Centro di soccorso secondario di Reggio Calabria, sono state tutte, a vario titolo, caratterizzate da condizioni di criticità per distanza dalla costa, condizioni meteo, difficoltà di trasbordo dei migranti, precarietà dei barconi. La complessità del quadro operativo ha spesso richiesto l’intervento di più mezzi navali (incluse unità mercantili in transito che sono state dirottate in zona) con il concorso Gli equipaggi delle motovedette hanno operato instancabilmente portando a termine con successo 33 operazioni di soccorso, nel corso delle quali sono stati salvati 4.156 migranti.
Le unità navali dipendenti dalla Direzione marittima hanno anche partecipato alle operazioni internazionali coordinate dall’Agenzia Europea Frontex, per la vigilanza delle frontiere europee.
Le unità “Classe 300”, nello scorso mese di dicembre hanno pattugliato la costa ionica della Calabria, da Corigliano Calabro a Reggio Calabria, assicurando vigilanze diurne e notturne congiuntamente alle altre unità navali ed aeree del dispositivo Frontex.
Costante è stato l’impiego delle unità della Direzione marittima anche in ambito internazionale in virtù del programma di cooperazione europea finalizzato al monitoraggio dei flussi migratori irregolari diretti verso i paesi europei.
La scorsa settimana la motovedettà CP 289 è rientrata a Reggio Calabria dopo tre mesi di attività nell’ambito dell’operazione Frontex “Poseidon 2016”. L’unità è stata dislocata dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera di Roma, presso il porto di Chios, a nord-est di Atene, a partire dal 1 novembre sino al 31 dicembre 2016.
L’operazione, di massima, è consistita nel pattugliamento internazionale congiunto (presenti nello scenario: Nave da guerra F 804 bandiera Olandese – P 283 bandiera Inglese – P 123 bandiera Albanese, Unità navali Guardia costiera greca, battelli pneumatici olandesi) finalizzato all’intervento in caso di eventi correlati con l’immigrazione clandestina nell’area compresa tra le coste della Grecia (isola di
Chios) e quelle della Turchia (acque internazionali), mentre le unità turche hanno operato all’interno delle acque territoriali della Turchia.
Le missioni di pattugliamento, tutte svolte in orario notturno, hanno avuto una durata compresa tra le 10 e le 15 ore (es. dalle ore 21.00 del 11/11/16 alle ore 12.00 del 12/11/16) e, per ognuna di esse, è stato imbarcato un L.O. greco, a turnazione su un totale di 8 operatori, per gli aspetti di coordinamento operativo e di comunicazione via filo/radio con la centrale operativa di Chios e con i vari punti di osservazione/scoperta dislocati lungo la costa.
Oltre all’equipaggio, erano presenti a bordo anche due “Rescue Swimmer”, soccorritori marittimi della Guardia Costiera italiana, appositamente addestrati per raggiungere e recuperare, con condizioni meteomarine anche proibitive, i naufraghi.
In totale, nei due mesi di impiego sono state eseguite 6 operazioni di soccorso, tratti in salvo 201 migranti e investigate 41 unità.
Con riguardo all’accoglienza dei migranti trasbordati dalle unità navali che giornalmente operano nel canale di Sicilia, al fine di intercettare il flusso migratorio proveniente per lo più dalla Libia, i porti di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone e Corigliano nel 2016 sono stati interessati da 62 eventi con oltre 27.000 migranti sbarcati e assistiti. Il porto maggiormente interessato è stato quello di Reggio Calabria con 30 sbarchi e oltre 13.000 migranti.