«Dati e metodi della campagna elettorale appena terminata impongono una seria riflessione circa la necessità di accelerare l’iter procedurale al fine di giungere al più presto alla fusione amministrativa dei Comuni di Corigliano e di Rossano. Progetto che costituisce la vera grande e straordinaria sfida del futuro. Una unica città, aperta a tutto il territorio, che conta circa 90mila abitanti, può svolgere un ruolo strategico nel contesto provinciale e regionale. Si ha bisogno tuttavia di crederci, di superare vecchie incrostazioni, di sconfiggere inutili timori e di aprirsi al futuro con lungimiranza. Un dato è certo: chi continua a parlare ancora di “campanilismo” è colui il quale si oppone al progetto di fusione, quasi lo temesse. Tale prospettiva avrebbe dovuto e potuto rappresentare il risultato di un naturale e graduale processo culturale d’integrazione dei due comuni ma occorre prendere atto che allo stato non vi è la maturità necessaria in alcuni settori dell’attuale classe dirigente. A costoro si rivolge l’accorato appello: mettere da parte strategie e/o luoghi comuni perché sia prevalente l’interesse generale. Oggi le nuove povertà, la forte emigrazione, le drammatiche percentuali di disoccupazione non consentono tatticismi, ma richiedono ALTO SENSO DI RESPONSABILITA’.
L’amministrazione comunale di Rossano è pronta da tempo a dare seguito al procedimento amministrativo che prevede l’approvazione di un atto deliberativo d’indirizzo da inviare alla Regione Calabria per l’indizione del referendum. Si rinvengono, tuttavia, immotivati ritardi nell’amministrazione comunale di Corigliano. Oggi i tempi sono maturi per dare seguito all’istruttoria. L’immobilismo, soprattutto quando ingiustificato, rischia di produrre tensioni e reazioni incontrollate. Bene fanno le associazioni a preannunciare azioni di contenuta protesta al fine di sensibilizzare e stimolare le amministrazioni in questa direzione. In tempi di default, di comuni che arrancano, di enti ai limiti della dichiarazione di dissesto finanziario, come si può non tenere conto dei benefici che il legislatore ha previsto in caso di fusione? Con l’attuazione del progetto di area vasta, si acquisisce un peso specifico maggiore, si conta di più, si ferma il declino, si attraggono investimenti, si crea sviluppo attraverso l’innovazione e si riduce la spesa pubblica. Tra gli interventi previsti: 20 milioni di finanziamenti straordinari per 10 anni per le infrastrutture; aumento proporzionale dei trasferimenti in ragione del superamento dei 50 mila abitanti; priorità sui finanziamenti Regionali europei e nazionali; cessazione del patto di stabilità; istituzione “area vasta”.
In prospettiva, alcune opere pubbliche saranno utili a favorire dal punto di vista urbanistico la fusione dei due centri che, di fatto, si trasforme-ranno in un’unica città. Si pensi alla realizzazione del nuovo ospedale in contrada Insiti, all’impianto di depurazione consortile che sorgerà in un’area confinante, alla possibilità di programmare un centro direzionale tra i due co-muni dove ubicare eventuali altri servizi amministrativi. Occorre dare rispo-ste urgenti ed immediate: il “Sole 24 ore” produce dati sconfortanti su Cosenza e intera provincia, relegate al novantesimo posto. Indicatori economici ormai allo sbando. Le imprese sono senza liquidità, l’edilizia perde il 50% di occupati, il costo del denaro cresce e l’accesso al credito è divenuto proibitivo. E’ un lusso tardare e perdere altro tempo. D’altronde il dato dell’urna relativamente all’astensionismo è una risposta concreta a tale stato di immobilismo».
Giuseppe Caputo