I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Crotone, in collaborazione con i colleghi della Stazione Capoluogo, hanno tratto in arresto in flagranza di reato per usura ed estorsione Agostino Frisenda, cl’63.
Nei primi giorni di agosto, presso la Caserma della Città pitagorica si era presentato un uomo per formalizzare una denuncia nei confronti del Frisenda: questi aveva prestato alcuni mesi fa la cifra di 1000 euro al denunciante il quale versava in condizioni economiche precarie a causa di una serie di problematiche riguardanti la sua salute. L’uomo, un invalido civile, in un momento di particolare necessità aveva infatti chiesto, durante la passata primavera un piccolo aiuto economico al Frisenda, suo conoscente, per poter effettuare delle visite mediche, ignorando che quella cifra relativamente piccola si sarebbe trasformata nel giro di pochissimo in una cifra clamorosamente rilevante.
Infatti il Frisenda, dopo essersi fatto restituire ben 1800 Euro dal denunciante ( quindi la cifra iniziale con ben 800 euro di interessi), attraverso minacce ed aggressioni verbali era riuscito a farsi consegnare degli assegni per un controvalore di 20mila euro, con la promessa di restituirli al malcapitato in costanza di corrispettivo in denaro.
In pratica, da una cifra iniziale di mille euro, si era arrivati a quasi ventunomila euro da restituire nel giro di un imprecisato, ma in ogni caso breve, lasso temporale. In pratica si era arrivati ad un interesse del 2000 per cento.
L’uomo ormai disperato, ad inizio agosto si recava a denunciare il tutto dai Carabinieri: nel racconto, la vittima, stremato dai già citati problemi di salute e dalla asfissiante morsa di questo prestito, che da qualche mese lo attanagliava, aveva modo di raccontare pretese, minacce e costrizioni alle quali era stato costretto a soggiacere. Il Frisenda, secondo quanto dichiarato non avrebbe risparmiato di minacciare l’uomo di ammazzarlo, o comunque di usare un’arma da fuoco contro di lui, manifestando l’assoluto disinteresse per la grave situazione di salute che riguardava il suo conoscente, e mettendo in atto un continuo pressing emotivo e minatorio nei suoi confronti, tale da disintegare anche la serenità familiare del malcapitato.
In pratica, il Frisenda una volta “rientrato” abbondantemente del prestito originale, aveva continuato a pretendere ulteriori somme di denaro: alla risposta negativa della vittima, il quale non aveva alcuna possibilità di di soddisfare la pretesa, ancorché illegittima del Frisenda, questi pretendeva ed otteneva dalla vittima l’emissione di una serie di assegni per un controvalore di 20mila euro. Gli assegni sarebbero stati poi restituiti non appena fosse stato “liquidato” il controvalore in contanti.
L’attività di indagine, che si è basata anche su attività di osservazione, controllo e pedinamento ed attività tecnico-intercettive, permetteva di acclarare la genuinità di quanto oggetto di denuncia, – compreso le minacce di morte con riferimento ad utilizzo di armi – motivo per il quale gli investigatori, sotto la guida del Procuratore Capo di Crotone, il quale ha coordinato in prima persona le attività investigative, hanno messo in campo un dispositivo di militari in borghese ad osservare l’ennesimo incontro tra la vittima ed il denunciato, avvenuto in data 16 agosto in pieno centro a Crotone.
Durante questo incontro vi è stata l’ennesima consegna di denaro da parte dell’uomo, un pensionato 60enne, al Frisenda: i militari avevano quindi modo di assistere de visu alla consegna dell’ulteriore cifra di denaro, 500 euro, nelle mani del Frisenda, il quale con un blitz nei pressi dell’Ospedale Civile veniva fermato e sottoposto ad immediata perquisizione. Una volta rinvenuta la cifra oggetto di consegna da parte della vittima, scattavano le manette per il Frisenda, mentre un’altra squadra di militari procedeva ad immediata perquisizione domiciliare, a seguito della quale venivano rinvenuti numerosi assegni a firma della vittima – ulteriore conferma della bontà dell’ipotesi investigativa considerata- circa 800 euro considerati probabili proventi di precedenti richieste estorsive, e si aveva modo di sequestrare anche un’arma, una pistola calibro 9 con 50 cartucce – legalmente detenuta in quanto il Frisenda fino a pochi fa esercitava la professione di guardia giurata-. Il sequestro della pistola si è reso infatti necessario per la duplice motivazione di essere stata utilizzata come riferimento di acclarate minacce di morte ed anche perché’ con la commissione di qualsivoglia tipo di reato vengono meno le qualità soggettive per detenere legalmente un’arma da sparo.
Il Frisenda su disposizione del Procuratore Capo, dopo le operazioni di fotosegnalamento veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone; all’esito dell’avvenuta convalida, durante la quale udienza il Giudice ha confermato l’ipotesi investigativa dei Carabinieri, il Frisenda, fino a poche ore fa incensurato, è stato tradotto presso la propria casa in regime di arresti domiciliari.
Come fatto in altre occasioni, si auspica che la vicenda, che naturalmente dovrà affrontare adesso l’iter processuale, possa essere d’esempio nei confronti di chi, per errore, leggerezza o necessità si affidi a persone poco raccomandabili per cercare di ottenere dei prestiti: per chi si trova dinanzi all’incubo di usurai senza scrupoli, la scelta obbligata, l’unica, che può permettere di vedere la luce da un tunnel fatto di minacce e preoccupazioni, è rivolgersi subito ai Carabinieri.