Nuovo appuntamento con i #CaffèLetterari della XIX° Edizione del Festival dell’Aurora, organizzati da Fondazione Odyssea e Fabbrica delle Arti in sinergia con Amici del libro di Crotone e Mondadori Bookstore di Crotone. Nel pomeriggio di Martedì 19 Marzo, è stata ospite, Antonella Ossorio che ha presentato il suo libro, “La Cura dell’acqua salata”, inserito nella rassegna letteraria dedicata a Neri Pozza, presso il Ristorante Orfeo a Crotone. Moderatore dell’incontro è stato Davide Zizza.
Trama: Galizia iberica, 1730. Brais Barreiro, un argentiere de La Coruna, per sottrarsi alla giustizia dopo aver ucciso un facoltoso cliente, riesce a imbarcarsi su un mercantile inglese che lo sbarcherà a Napoli in condizioni di salute assai critiche. Incosciente e preda di deliri e visioni, verrà raccolto da una popolana che lo curerà e ne farà il suo compagno, inconsapevole che Brais reca con sé un segreto: un “sapo gallego”, ovvero una specie di collana molto elaborata, nel quale si concentra un oscuro e spaventoso potere, come il senso di una sventura incombente dalla quale però non è possibile liberarsi. La «maledizione» del Sapo gallego influirà sulla storia della famiglia per secoli, dalla Tripolitania del 1915 e alla Napoli del 1943.
La vera storia di questa famiglia inizia, quindi, a causa di un prezioso oggetto, un ciondolo meraviglioso e unico. Un elemento decorativo bellissimo che spesso le donne in Galizia usavano indossare. Un oggetto “magico”, tramandato nel corso del tempo all’interno di questa famiglia. “Un sapo, splendido e luminoso, in grado di stravolgere la vita di chi lo possiede”. Nel corso dell’incontro, grazie alla guida di Davide Zizza, il pubblico ha potuto apprezzare le diverse sfaccettature ed interpretazioni delle immagini, spesso molto evocative, che si alternano all’interno della narrazione.
La figura di questo protagonista che di eroe non ha nulla, anzi; il potere quasi magnetico di questo ciondolo, che cattura e imprigiona chiunque ne entri in possesso, ma anche la “Marusia”, che non è il banale mal di mare, ma un inquietudine che si trasmette tramite la memoria ancestrale, trascendendo il tempo e passando di padre in figlio, quasi come fosse un eredità familiare. La scrittrice ha poi spiegato, come all’interno del romanzo si presente una figura che per Napoli, rappresenta quasi una figura profetica, ovvero Lamont Young.
Architetto famoso per aver progettato e costruito il Parco Grifeo col Castello Aselmeyer, alcuni palazzi del Parco Margherita e del rione Amedeo e altri palazzi presenti nella città di Napoli. Antonella Ossorio, ha poi spiegato,ad un pubblico attento, di come sia difficile per una napoletana scrivere della propria città; “il rischio è sempre quello di cadere nel luogo comune, nonostante la città di Napoli dia stimoli diversi ogni giorno, la possibilità di cadere in questo tranello è elevato”, ha affermato la scrittrice.