Questa mattina, presso il Tribunale di Crotone, si è celebrata l’udienza con il rito abbreviato riguardante Angela Alupoae, la badante rumena che nell’ottobre dello scorso anno aveva narcotizzato e rapinato un ottantenne nella sua abitazione a Crotone.
Come si ricorderà il pomeriggio del 12 ottobre si era presentato presso la Caserma Carabinieri di Crotone un uomo il quale denunciava quanto accaduto e scoperto poche ore prima: un donna di sedicente nazionalità moldava si era offerta per accudire in qualità di badante i genitori del denunciante, ottantenne lui mentre la mamma versava in precarissime condizioni di insufficienza fisica e motoria. La badante, assunta nel pomeriggio del giorno prima non perdeva tempo a macchiarsi di un orribile reato, aspettando solo poche ore per rimaner sola con gli anziani dopo che i figli della coppia avevano lasciato la casa paterna: una volta accortasi di poter agire indisturbata, sbriciolava in un succo di frutta alcune pillole di medicinali contenenti benzodiazepine (sostanza che induce uno stato ipnotico-sedativo) e lo offriva insistentemente all’anziano assistito, il quale suo malgrado consumava la bevanda per poi cadere narcotizzato pochi minuti dopo. Da quel momento la badante infedele, metteva in atto una vera e propria razzia nella casa degli anziani coniugi, asportando contanti, orologi, gioielli e persino alcuni profumi. Addirittura la donna aveva l’ardire di sfilare le fedi ai due anziani, anelli acquistati in occasione del 50simo anniversario di matrimonio della coppia.
Il proprietario di casa, riavutosi molte ore dopo dalla narcotizzazione, si scopriva oltre che derubato, dolorante e sanguinante al capo, motivo per il quale veniva trasportato dai figli accorsi sul posto presso l’ospedale civile di Crotone ove gli veniva riscontrata una frattura cranica con commozione cerebrale, guaribile in alcuni giorni di prognosi.
Una volta raccolta la denuncia, per i Carabinieri non vi erano grandi spazi di manovra in considerazione dell’esiguità degli indizi in possesso: l’unico elemento utile in quel momento era rappresentato dal numero di cellulare con cui la badante si era proposta telefonicamente all’anziana coppia; ma l’intestatario della scheda risultava essere un anziano signore crotonese, quindi anche questo dato sembrava condurre ad un vicolo cieco.
Da qui è partita senza sosta un’attività di intelligence di una squadra di militari dedicata esclusivamente alla risoluzione del caso, composta da Carabinieri del Nucleo Operativo, del Nucleo Radiomobile e della Stazione Capoluogo, i quali interpolando interrogazioni di Banche Dati e risultanze informative da fonti attivate nell’immediatezza, in alcune ore giungevano ad identificare la badante infedele: la stessa risultava aver rubato il cellulare in questione ad un anziano di cui aveva carpito la fiducia e le attenzioni. Non solo, ma si riusciva a scoprire che la stessa aveva compiuto identiche azioni presso abitazioni di anziani soli e malati, a Mesoraca, San Nicola dell’Alto e in cento storico a Crotone: con lusinghe, offerte di collaborazione e di cura, la donna era riuscita ad entrare in diverse case di uomini molto in là con gli anni, uscendone pochi giorni dopo, se non addirittura poche ore dopo, con quanto di valore rinvenuto nelle stesse. In questa maniera si raccoglievano diverse testimonianze di furti e sottrazioni di oro, gioielli, contante, piccoli elettrodomestici ed addirittura semplici utensili per la casa, operati dalla donna negli ultimi mesi. Si riusciva anche a dare un volto alla Alupoe, grazie ai cartellini segnaletici redatti dalle forze di polizia in diverse occasioni.
Ora si trattava di rintracciare la donna: come detto prima, venivano attivate fonti informative, effettuate perquisizioni, escussi soggetti tra cui anche coloro che rientravano nei giri della prostituzione o delle collaboratrici domestiche.
Con non poca difficoltà si arrivava quindi ad una donna rumena, segnalata quale amica della ricercata: con uno stratagemma un maresciallo di sesso femminile aveva modo di contattare questa ulteriore donna, richiedendone la disponibilità per un impiego come badante su più turni per la propria nonna malata. Con questa scusa, si riusciva a carpire il nome di alcune amiche badanti della seconda donna, e di massima la zona di residenza.
La mattina successiva all’alba venivano effettuati numerose perquisizioni in località San Giorgio, lungo la Strada Statale 106: in una casa cantoniera abitata da una decina di persone di nazionalità rumena, veniva rintracciata la Alupoe. A seguito di perquisizione locale veniva rinvenuta tutta la refurtiva, occultata abilmente tra alcune coperte ammassate in un armadio, unitamente ad alcuni medicinali, probabilmente utilizzati per narcotizzare l’anziano malcapitato.
Inoltre, in considerazione del fatto che nella stanza nella quale dormiva la Alupoe veniva rinvenuta la propria valigia chiusa ed appoggiata sul letto, ritenendo concreta la possibilità che la stessa potesse fuggire, si sottoponeva la donna a fermo di indiziato di delitto, e su disposizione del Sostituto Procuratore di turno, la stessa veniva poi tradotta presso il carcere femminile di Castrovillari (CS).
La refurtiva veniva riconsegnata all’anziano signore, il quale, quasi incredulo, ringraziava calorosamente i militari operanti, rincuorato dalla tempestività del ritrovamento; lo stesso infatti, oltre che dolorante, nelle ore immediatamente successive alla rapina si era mostrato intuibilmente scorato ed impaurito per quanto successo.
Questa mattina il Giudice per le Indagini Preliminari Dottor Michele Ciociola ha comminato 9 anni di detenzione per la rumena, ritenuta colpevole di rapina pluriaggravata nei confronti dell’ottantenne crotonese.
La triste vicenda come noto balzò all’attenzione della stampa anche nazionale, con trasmissioni come La Vita in Diretta e Pomeriggio Cinque che inviarono dei giornalisti in città per raccontare i fatti in diretta tv.
Intanto prosegue l’iter della giustizia in relazione ai procedimenti penali sorti a seguito degli altri furti perpetrati dalla diabolica badante.