Doppio appuntamento nella giornata di Venerdì 15 Febbraio per la XIX edizione del Festival dell’Aurora. Il primo, alle 18.00, è stato l’appuntamento dei #CaffeLetterari, con la presentazione di “La ianara” di Licia Giaquinto Adelphi Edizioni in collaborazione con Amici del libro di Crotone e Mondadori Bookstore di Crotone. Si torna nella cornice del ristorante Orfeo vico Orfeo n.1. L’ incontro è stato moderato da Lucia Claps.
L’ autrice ci porta in una terra e in un tempo non lontanissimo da noi, ma dove figure quasi mitologiche si aggirano e si integrano con la società contemporanea. La Ianara, figura per certi versi oscura, legata spesso alla figura del diavolo, da cui riceve il suo potere, si presenta come un prototipo di eremita. Emarginate ma con lo spirito e la forza tipiche di chi sa di poter portare questo peso, queste donne non si lamentavano della loro condizione di natura quasi ancestrale, ma con aria fiera, sfidano la società e la cultura dominante. La protagonista, Adelina, quasi cerca di fuggire a questa condizione alla quale, per nascita e tradizione è costretta ad adattarsi, iniziando così un lungo percorso che la porterà alla fuga, verso la ricerca di un nuovo destino, senza il condizionamento di nessuno.
Il pubblico ha assistito interessato alla presentazione, dove l’autrice non si è solo limitata al racconto della trama e di come è stata ispirata nello scriverlo, ma ha intrapreso un analisi per certi versi etnologica, di come la figura della Ianara, tipica della sua terra d’origine. Di come abbia voluto approfondire una figura ed un “ruolo” controverso, all’interno di una società che andava trasformandosi. La protagonista, nel corso della storia, cerca per gran parte del tempo di negare la sua natura di Ianara ma anche e soprattutto la sua natura di donna: “Diventare donna significa sangue”. Alla presentazione ha partecipato anche Elisabetta Aloia, l’attrice che alle 21.00, al cinema Sala Raimondi, ha portato in scena la trasposizione teatrale del libro di Licia Giaquinto.
L’attrice ha raccontato di come ha dovuto svolgere non solo un lavoro antropologico sulla figura della Ianara, ma anche linguistico per cercare di riprodurre una lingua che non definisse un solo luogo, perché la Ianara, la si ritrova un po ovunque nella tradizione. <<Pensare e interiorizare lingua e gestualità che questa donna posstesse avere è stato un lavoro importante >> ha affermato l’attrice. <<Lo spettacolo si è modificato nel tempo, ogni replica mi serve da ritorno, mi fa la possibilità di far crescere il racconto o la gestualità >>.
STC per “Fondazione Odyssea”