Si tratta di un cammino a passo lento che si sviluppa quest’anno in cinque tappe, nella nostra terra baciata dal sole, per sollecitare la riscoperta del passato millenario della Calabria che ha lasciato traccia di sé prima dell’arrivo dei Greci. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un progetto sulla valorizzazione dell’istmo di Catanzaro, terra stretta tra due golfi in cui migliaia di anni fa nacque la Prima Italia, come la chiamarono gli antichi autori di cultura greca. La quarta tappa del cammino si svolgerà sabato 16 settembre 2023. L’iniziativa, a carattere ricreativo e ludico motorio, vuole: diffondere la conoscenza dei territori dello Jonio; promuovere la pratica salutare del camminare; sostenere un corretto rapporto con la natura; favorire condizioni di benessere psico-fisico; stimolare la solidarietà e la socializzazione; favorire la riflessione sul patrimonio storico, naturalistico e culturale meno noto della Calabria. L’iniziativa odierna si svolgerà nel territorio del comune di Cropani (Cz).
PROGRAMMA
L’appuntamento è alle ore 14.00 a Catanzaro in via T. Campanella (di fronte negozio Rattà). Ci trasferiremo poi in auto nella frazione Cuturella di Cropani percorrendo la S.S 106 e la SP 13.
Ore 14.45: inizio della camminata a Cuturella per raggiungere, in discesa e su strada sterrata, il fiume Crocchio distante 1,5 km dal borgo. Ore 15.30: arrivati sul corso d’acqua ne percorreremo un tratto come si fa nel torrentismo, per cui è necessario portarsi nello zaino delle scarpe adeguate a camminare nel fiume. Se le condizioni meteo lo permetteranno sarà possibile fare il bagno nelle fresche acque.
Ore 18.15 circa: ripercorreremo a ritroso e in salita il sentiero che ci riporterà al centro abitato di Cuturella.
Ore 18.45: visita alla chiesa di San Michele Arcangelo, patrono di Cuturella, la cui festa si celebra l’8 maggio di ogni anno.
Ore 19.30: finita la visita, chi vorrà potrà cenare nei locali della zona.
Ore 22.00: rientro previsto in auto a Catanzaro.
Note tecniche. La lunghezza del percorso è di km 4. Il dislivello è di circa 100 metri.
Difficoltà. Il sentiero per il fiume si sviluppa su strada sterrata, che percorreremo sia in discesa che in salita. Giunti al Crocchio, l’attività di torrentismo risulterà divertente se si indosseranno le scarpe adatte. Cena. Dopo la camminata, chi vorrà potrà restare in zona per mangiare qualcosa nei locali della zona prima di rientrare a casa.
Abbigliamento e attrezzatura. Sono necessari abbigliamento idoneo all’escursionismo, scarpe da trekking e bastoncini. Non dimenticate: cappellino; zainetto; borraccia; giacca antipioggia; eventuali medicinali. Si consiglia di tenere un cambio di vestiario in auto. Per il torrrentismo occorrono: scarpette adeguate, pantaloncini e/o costume, telo per asciugarsi.
Iscrizioni. Saranno accettate le prime venticinque iscrizioni che perverranno, entro le ore 13.00 di mercoledì 13 settembre 2023 (utilizzando l’apposito modulo) al seguente indirizzo di posta elettronica: asdcalabriando@libero.it
Costi. La quota di partecipazione all’iniziativa è di € 5,00. L’iniziativa è riservata ai soci dell’Asd Calabriando (la quota di tesseramento per l’anno 2023 è di € 10,00). Si ricorda che per tesserarsi occorre presentare certificato medico d’idoneità alla pratica sportiva non agonistica.
Nota importante. Il programma potrà subire variazioni per imprevisti, ritardi, condizioni meteo o necessità organizzative.
Sicurezza. Durante la camminata avremo con noi il supporto di un defibrillatore e di personale abilitato al primo soccorso; e saremo accompagnati da qualificati istruttori ENDAS. La tessera associativa garantisce la copertura assicurativa.
Ambiente. L’asd Calabriando aderisce da anni alla campagna plastic free challenge, per cui è assolutamente vietato utilizzare oggetti in plastica monouso e abbandonare i propri eventuali rifiuti sul percorso.
COSA VEDREMO
Arte e architettura religiosa a Cropani.
Località Cuturella è oggi frazione di Cropani, comune della provincia di Catanzaro che si divide tra la marina e il borgo storico, famoso per le tante testimonianze artistiche e architettoniche. Tra queste c’è l’Antiquarium Comunale, che conserva interessanti testimonianze storiche e archeologiche. Il materiale esposto risale alle ricerche archeologiche effettuate nel Comune di Cropani dal 1994 al 2000. Numerose sono le chiese del borgo che meritano una visita. Segnaliamo la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, che era adiacente ad una antica fabbrica di ceramica. Quella di Santa Lucia – Chiesa Matrice o dell’Assunta, col suo meraviglioso rosone rinascimentale, è temporaneamente interessata da lavori di restauro; al suo interno conserva una reliquia (la rotula) del corpo di San Marco. Da visitare anche le chiese dedicate a San Giovanni Battista e a Sant’Antonio, e il Convento dei padri Cappuccini.
Etimologia dei luoghi.
Scrive il prof. Salvatore Mongiardo: «Il nome di Cropani non deriva, come si crede, dal greco copros (letame) ma da cropos, un etimo di probabile origine dorica, che indica un panino dolce a forma rotonda. Questa etimologia, suggerita dal Prof. Enrico Armogida, sembra confermata dalla cropa, una specie di piccolo pane che si faceva da quelle parti e nel Crotonese, che a me bambino veniva regalata da persone di Isola Capo Rizzuto. La cropa è ancora ricordata in quella zona. Nel 2019 ho visitato Castelluccio e Teana nella Basilicata, vicini al confine con la Calabria. Teana prende il nome da Teano, moglie di Pitagora, che lì portava la sua famiglia in estate per evitare il caldo di Crotone. Con mia grande sorpresa, ho appurato che c’erano nei dintorni due siti abitati in passato e ora abbandonati, che si chiamano… Cropani e Locri. La cosa mi sembrava inverosimile, e cercai una spiegazione pensando che i pitagorici della scuola di Pitagora a Crotone, perseguitati e cacciati nel 510 a.C., cercarono rifugio in quella zona tranquilla della Basilicata. I nomi di Cropani e Locri furono dati probabilmente da allievi di Pitagora provenienti da quelle due polis della Calabria. È una materia da indagare a fondo che può riservare delle sorprese».
Il borgo di Cuturella.
L’escursione odierna ci porterà a scoprire la storia di Cuturella e dei comuni vicini, Cerva e Andali. Dapprima sorse il casale di Andali, nella seconda metà del Cinquecento; poi Cuturella (primi decenni del Seicento) e il secolo dopo Cerva. Tutti e tre i casali furono fondati dai feudatari di Belcastro. Il primo fu popolato con gente albanese, gli altri due con popolazione proveniente da terre e luoghi vicini. I casali appar- tenevano al feudatario, egli solo poteva concedere agli abitanti il permesso di coltivare, pascolare e costruire. Fu così che il feudo fruttò al suo proprietario, grazie all’opera di quei contadini e allevatori. Il sito dipendeva per le cose religiose dal vescovo di Belcastro. Il casale di Sant’Angelo sorse in località Coturella, nel territorio di Belcastro. Nel ‘600 in zona esistevano già delle masserie, che formavano un piccolo villaggio rurale, pochi pagliai e braccianti poveri, pronti a spostarsi nel caso di eccessivo sfruttamento del feudatario; per cui la popolazione non era stabile. Nel 1619 vi erano circa 150 abitanti che però alla fine dell’anno abbandonarono in massa il sito, perché troppo poveri e oppressi per poter pagare affitti e tasse al feudatario. L’anno dopo l’unico casale abitato era rimasto Andali, popolato da gente di origine greca. Tra il 1625 e il 1627 nei documenti comparve il casale di Sant’Angelo. Il borgo rinasceva stabilmente con 50 famiglie di rito latino forse per le migliori condizioni economiche offerte dal nuovo feudatario, e per via del terremoto che nell’aprile 1626 distrusse gran parte dei centri vicini. Il popolamento fu opera del barone Orazio Sersale (1624-1653), fondatore anche del vicino centro di Sersale. Il casale all’inizio prese il nome di Sant’Angelo in onore della chiesa preesistente intitolata a San Michele Arcangelo, attorno alla quale furono edificate le abitazioni. Negli anni seguenti fu chiamato casale di Cuturella o Sant’Angelo di Cuturella. La popolazione proveniva dai luoghi vicini, soprattutto da Cropani, che nel 1615 il barone Antonino Sersale aveva venduto ad Ettore Ravaschieri. Il rapporto di parentela tra Cropani e il nuovo casale fu subito conflittuale. La lite sorse per questioni fiscali. L’università di Cropani esigeva infatti il pagamento delle tasse da coloro che se ne erano andati nel nuovo casale, in quanto il fisco regio le esigeva a sua volta da Cropani. La lite finì di fronte la Regia Udienza (massimo organo giuridico dell’epoca) e durò a lungo. Dopo il terremoto del 1638 il casale fu popolato da gente di Serrastretta, Girifalco, Carpanzano ed altri paesi. Le condizioni degli abitanti non mutarono nel tempo. Alla metà del Seicento il casale contava 49 famiglie (fuochi), per un totale stimato di circa 250 abitanti. Il vescovo Francesco de Napoli nel 1645 descrisse gli abitanti così poveri da non poter affrontare controversie su questioni economiche, per cui erano pronti, come in passato, ad abbandonare il casale per spostarsi in altri luoghi.
(notizie tratte da un articolo di Andrea Pesavento)
Nei secoli successivi Cuturella fu ripopolata, ma di fatto rimase a lungo isolata rispetto agli altri casali e centri della zona, almeno fino agli anni ‘70 del novecento. L’isolamento e il mancato sviluppo furono dovuti soprattutto all’assenza di buone strade carrabili di collegamento.
Chiesa di San Michele Arcangelo.
Nel centro storico di Cuturella si trova l’unica parrocchia del borgo, la Chiesa di San Michele Arcangelo (primi anni dell’Ottocento). L’altare laterale ospita la statua della Madonna del Rosario, realizzata negli anni ’50 del novecento. Nel 1988 la parrocchia passò dalla Diocesi di Crotone a quella di Catanzaro-Squillace; nello stesso anno la chiesa fu restaurata su iniziativa del parroco con le donazioni della cittadinanza.
Il fiume Crocchio.
Nasce a Croce di Tirivolo a circa 1.600 m di altezza, non lontano dal Monte Gariglione, la cima più alta dell’altopiano della Sila catanzarese. Il fiume attraversa i territori dei comuni di Taverna, Zagarise, Sersale, Petronà, Cerva, Cropani, Andali, Belcasto e Botricello, per poi sfociare nel mare Jonio. L’area della foce è chiamata Torrazzo del Crocchio. Lì sono ancora oggi visibili i resti di un’antica torre risalente all’età medievale. Lungo il percorso del fiume ci sono vasche o pozze; una in particolare è detta Pozza dell’Inferno. Il Crocchio è alimentato da alcuni piccoli affluenti e da due principali corsi d’acqua: il fosso Spinalba e il fiume Nasari. Il fiume è fonte di sostegno per numerose specie animali tra cui lepri, ghiri, cinghiali, istrici, scoiattoli, volpi, lupi, gatti selvatici. Guardando in alto si possono scorgere il gheppio, l’astore, il nibbio bruno e il nibbio reale, il gufo reale, lo sparviere, il falco di palude, il falco lodolaio, il falco pellegrino, l’allocco, il corvo imperiale, l’albanella, la poiana, l’airone cinerino, il barbagianni. Altri animali presenti sono: la tartaruga di fiume, la tartaruga terrestre, il saettone, il cervone, la biscia dal collare, il biacco, la vipera, la coronilla austriaca, il ramarro, la lucertola campestre, il rospo comune, il tritone, la rana italica, la raganella, la salamandra dagli occhiali, la salamandra pezzata. Grazie a questa ricchezza biologica, le Gole del Crocchio rappresentano oggi un’area protetta, sottoposta a vincoli di salvaguardia. Il luogo è infatti un SIC (Sito di Interesse Comunitario) indicato come “Foce del Crocchio Cropani”, classificato IT 9320106 – Rete “NATURA 2000”.
(notizie tratte da un articolo di Pietro Marchio)
Ai tempi dello storico Plinio il vecchio (I secolo d.C.) il fiume risultava navigabile. Plinio e Strabone lo chiamavano Arocha, che deriverebbe, secondo la leggenda, dal nome di una ninfa che, aggredita da un rozzo pastore, piange così tanto da commuovere gli dei che la trasformarono in fiume. In età medievale il nome mutò in Croclea, o Crotalo, poi Crogi e infine Crocchio. In località Passo del Crocchio, tra Cropani Marina e località Basilicata, è visibile il sito archeologico Altomedievale in cui si trova un edificio di culto cristiano con circostante sepolcreto (risalente al V-VI-VII secolo d.C.).