160 chilogrammi di marijuana confezionata in 138 panetti pronti per essere immessi in commercio, sono stati sequestrati dai finanzieri della Tenenza di Montegiordano che hanno intercettato sulla statale 106 ionica all’altezza del Comune di Roseto Capo Spulico (CS), in direzione Reggio Calabria, un automezzo Fiat Ducato condotto da un ventisettenne, P.G. classe 87 incensurato, originario di San Luca (RC).
I finanzieri, intimato l’alt al conducente, resisi conto del suo fare impacciato e nervoso hanno iniziato un’ispezione accurata del mezzo rinvenendo ben occultato nell’abitacolo lo stupefacente confezionato in 138 pacchetti avvolti in cellophane e sistemati sotto i sedili posteriori e nel cofano, coperti con scatole vuote che ne rendevano difficile l’individuazione.
Il responsabile, originario di San Luca, nel reggino, è risultato incensurato e non ha fornito elementi idonei circa la provenienza dello stupefacente che, se immesso sul mercato, avrebbe fruttato circa 1.600.000 euro.
Dopo le formalità di rito è stato associato presso la casa circondariale di castrovillari e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che gli contesta il reato di cui all’art. 73 del DPR 309/90 (detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio).
L’attività portata a compimento dai finanzieri di Montegiordano pone l’accento e conferma un dato che già diverse inchieste hanno potuto acclarare, ovvero che l’alto Jonio cosentino e la sibaritide rappresentano l’altra porta d’accesso calabrese al narcotraffico dopo Gioia Tauro.
Si tratta ovviamente di contesti diversi, ma la vicinanza ai porti pugliesi e alla zona dei Balcani, rendono quest’area della Calabria vitale per l’organizzazione di traffici illeciti e per lo smercio di stupefacenti.