I detenuti della Casa circondariale diventano attori al “Rendano”. Presentato a Palazzo dei Bruzi l’atto unico “Amore Sbarrato”. Accorciare le distanze tra il mondo esterno e l’universo carcerario, favorendo quei percorsi di riabilitazione che devono riguardare le persone private della libertà personale. Sono queste le finalità dello spettacolo “Amore sbarrato”, scritto e diretto dall’attore e regista cosentino Adolfo Adamo, a conclusione del laboratorio tenuto all’interno della casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza. L’atto unico andrà in scena giovedì 5 giugno, alle ore 18,30, al Teatro “Rendano” con interpreti proprio il gruppo di detenuti (sette) che da allievi del laboratorio sono diventati gli attori dello spettacolo cucitogli addosso da Adamo come un abito sartoriale.
Questa mattina lo spettacolo, prodotto dal Comune di Cosenza in collaborazione con la Casa Circondariale “Sergio Cosmai” è stato presentato a Palazzo dei Bruzi in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del Sindaco Mario Occhiuto e del direttore del carcere di Cosenza Filiberto Benevento, nonché degli Assessori al Teatro e allo spettacolo Rosaria Succurro e alla solidarietà e coesione sociale Manfredo Piazza. All’incontro con la stampa hanno preso parte anche il Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro, il consigliere Mimmo Frammartino, componente dello stesso organismo consiliare e l’Avvocato Paola Rizzuto, Presidente della Lidu (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo) di Cosenza. A spiegare i dettagli di “Amore sbarrato”, ovviamente l’autore e regista Adolfo Adamo che sarà anche l’ottavo attore in scena, così come hanno fortemente voluto i suoi allievi.
Concepito come un work in progress, diretta filiazione del laboratorio tenuto in carcere, “Amore sbarrato” si compone di 8 momenti che vanno dall’incontro iniziale, attraversato da una comprensibile diffidenza e da una immediatamente successiva curiosità, al rimescolamento tra fantasia e realtà e fra teatro e vita.
Ad aprire gli interventi della conferenza stampa, il direttore della casa circondariale Filiberto Benevento che ha sottolineato come l’iniziativa rientri tra quelle trattamentali: “Attraverso questo progetto – ha detto Benevento – si cerca di far capire che i detenuti sono parte del tessuto sociale e di favorire il loro reinserimento in una società che non è loro ostile.” Il direttore della casa circondariale ha riferito anche del positivo clima di attesa che si è creato nell’istituto di pena per lo spettacolo di giovedì e del fatto che gli ospiti del carcere siano molto contenti per l’iniziativa intrapresa dal Comune di Cosenza e dal carcere.
“E’ un progetto particolarmente meritorio – ha commentato subito dopo il Sindaco Mario Occhiuto – non solo per le sue finalità rieducative, ma perché guarda con attenzione alle condizioni di svantaggio in cui si trovano coloro che vengono privati della libertà personale e sulla cui condotta nessuno può esprimere dei giudizi. Attraverso questa iniziativa noi, come istituzioni, dobbiamo far passare il messaggio che gli ospiti della casa circondariale “Sergio Cosmai” fanno parte della nostra società. E’ questo un modo per non lasciare abbandonati a se stessi coloro che già devono avere una forza interiore non da poco per far fronte alla loro condizione di reclusi, ma anche per recuperare la loro autostima e rassicurare i loro familiari. Quello che è stato tracciato – ha proseguito il Sindaco Occhiuto – è anche un percorso di qualità, grazie all’apporto di un attore professionista capace come Adolfo Adamo, che ha offerto l’opportunità ai detenuti della casa circondariale di riscoprire quella sensibilità che la condizione in cui si trovano spesso affievolisce”.
Soddisfazione è stata espressa anche dall’Assessore Rosaria Succurro. “Per noi – ha detto – è un grande motivo di orgoglio. E’ una nuova iniziativa di integrazione che si aggiunge alle altre avviate nel corso di questi ultimi anni con la casa circondariale. La soddisfazione è ancora maggiore nella misura in cui si pensa che il palcoscenico che ospiterà i detenuti-attori sarà quello del Teatro “Rendano”, il nostro teatro di tradizione”.
L’Assessore Manfredo Piazza ha dal canto suo sottolineato la grande valenza sociale dell’iniziativa, sia sotto il profilo della rieducazione e riabilitazione, sia sotto il profilo strettamente culturale. “Non è casuale – ha rimarcato – che questa iniziativa arrivi dopo l’attivazione e strutturazione, da parte del Comune di Cosenza, della biblioteca della Casa circondariale. La cultura, attraverso il teatro o la biblioteca,consente da un lato un sollievo morale nel periodo detentivo e dall’altro un arricchimento conoscitivo e quindi un’opportunità per pensare diversamente ed agevolare la fuoriuscita dalla condotta criminosa di chi è privato della libertà personale”.
L’avvocato Paola Rizzuto, presidente della sezione cosentina della LIDU ha sottolineato che “la Lega per i diritti umani continua nel suo percorso di attenzione nei confronti delle persone private della libertà personale che, come tali, vivono una condizione di grande vulnerabilità. Supportiamo le istituzioni, sia quella carceraria che quella comunale con iniziative sinergiche che stanno dando buoni risultati”. La Rizzuto ha insistito sulla dimensione catartica del teatro e su come l’arte possa cambiare la vita, riproponendo lo slogan molto caro alla Lidu, secondo il quale la cultura rende liberi. “Amore sbarrato – ha detto la Rizzuto – aiuta a rompere il muro per comprendere cosa c’è al di là delle sbarre”.
Apprezzamento per l’iniziativa dell’Amministrazione comunale e della Casa circondariale è stato epresso anche dal Presidente della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi Claudio Nigro, mentre Mimmo Frammartino ha ricordato la gestazione di “Amore Sbarrato”, iniziata dall’incontro con Adolfo Adamo in occasione del riconoscimento che la Commissione cultura ha attribuito all’attore cosentino nell’ambito della rassegna “Nemo Propheta in patria”, attraverso la quale l’organismo consiliare ha contribuito alla valorizzazione di alcuni talenti ed eccellenze artistiche della città, anche di quelli che si sono affermati lontano da Cosenza.
Frammartino ha sottolineato ancora la validità del progetto “che travalica – ha detto – le fisiologiche dialettiche contrapposizioni tra maggioranza e minoranza. Quando la minoranza diventa propositiva su iniziative di indubbia valenza, come quella che oggi qui presentiamo – ha aggiunto Frammartino – e l’Amministrazione risponde con il suo sostegno e la sua condivisione, si realizza quella comunione di intenti e quella convergenza politica in grado di abbattere ogni divisione preconcetta”.
Quando, in fondo alla conferenza stampa, tocca ad Adolfo Adamo prendere la parola, l’attore e regista non esita a definire esaltante l’esperienza che gli ha prosciugato ogni energia. Un’esperienza che lo ripaga dei sacrifici affrontati e delle lunghe ore di prova. Ma Adamo ha creduto così tanto all’incontro con i detenuti, poi diventati attori, da far superare loro ogni forma di scetticismo iniziale che pure c’è stata. Ciò che più gli interessava- confessa – era condividere questo percorso con i ragazzi della casa circondariale che considera ancora più appagante degli incontri maturati in quasi 25 anni di carriera, anche con autentici mostri sacri della scena teatrale italiana.
Ma fu proprio agli inizi del suo percorso di attore che si trovò a seguire un seminario in carcere tenuto da David Brendon e Lindsay Kemp. Fu in quell’occasione che si accese la scintilla che lo ha portato a coltivare un sogno ora diventato realtà.
E mentre un sogno si realizza, un altro prende forma: quello di creare all’interno della casa circondariale una compagnia stabile interamente formata da detenuti.
Un sogno non impossibile, a giudicare anche dal gradimento del direttore Benevento che, in chiusura di conferenza, non manca di annuire”.