Una mostra veramente singolare. E’ quella che sarà inaugurata giovedì 28 febbraio, alle ore 11,00, al Convitto Nazionale, per iniziativa dell’Assessorato alla formazione della coscienza civica e alla scuola del Comune di Cosenza. Si tratta della mostra foto-documentaria “La nave degli scugnizzi – l’esperienza della Nave Asilo Caracciolo”, a cura di Monia Valeriano.

La mostra, che resterà aperta fino al prossimo 9 marzo, nasce dall’intento di ripercorrere, attraverso le immagini in bianco e nero, la straordinaria esperienza educativa di centinaia di bambini di strada divenuti marinaretti nell’arco di un quindicennio, dall’aprile del 1913 fino al 1928. Sono stati oltre settecento i minori a rischio di delinquenza sottratti alla strada che hanno vissuto a bordo della Nave Asilo “Caracciolo” insieme a Giulia Civita Franceschi: una donna dalla grande vocazione e intuizione che aveva al centro del suo sistema pedagogico il riconoscimento del valore e della specificità dell’età infantile.

Le foto e i documenti che compongono la mostra raccontano, appunto, la straordinaria esperienza educativa maturata a bordo dell’antico veliero dove centinaia di bambini che non ne avevano avuto una, hanno trovato una casa e una famiglia.

Il metodo pedagogico della Franceschi, definito in seguito sistema Civita, fu osservato da esperti quali Maria Montessori, Edouard Claparède ed Enrico Ferri e da tanti altri numerosi studiosi provenienti dalle varie parti del mondo che visitarono la Nave al fine di conoscere il risultato di ciò che lei stessa definiva una “educazione naturale”.

Quello della Nave Asilo “Caracciolo” non fu l’unico esempio in Italia. A Genova esistevano, infatti, navi destinate ad ospitare giovani che dovevano scontare pene carcerarie, come la Nave Officina “Garaventa”, già attiva dal 1883. A Venezia, invece, la Nave “Scilla” si occupava degli orfani dei pescatori dell’Adriatico. Ciò nonostante, la peculiarità della Nave Asilo “Caracciolo” era quella di prediligere i fanciulli abbandonati nelle vie della città partenopea.

“Questa iniziativa – afferma l’Assessore alla scuola Marina Machì che l’ha promossa – non solo ci mette in relazione con una pagina della nostra storia che non tutti conoscono e che vale veramente la pena ricordare e rinverdire, ma offre anche l’occasione di riscoprire uno spazio molto suggestivo, come il Convitto Nazionale, dove la mostra sarà ospitata, che non sempre viene valorizzato al meglio.”

La mostra sarà visitabile, dal 28 febbraio al 9 marzo, tutti i giorni, compresa la domenica, dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,30 alle 18,30. L’ingresso è gratuito.

L’Assessore Machì ha annunciato che saranno calendarizzate per l’occasione delle visite per gruppi di studenti delle scuole medie della città.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *