Catanzaro. Sbuffano. Si scocciano. Dimostrano di aver fastidio. Non per il controllo in sé, ma per il fatto di essere stati disturbati mentre stanno giocando a qualche macchinetta, tipo videopoker. E’ questa una delle constatazioni che ha maggiormente stupito i carabinieri che, giovedì 2 e venerdì 3 maggio, hanno effettuato una serie di controlli alle sale giochi della provincia Catanzarese.
Controlli che “hanno il fondamentale obiettivo di conoscere il fenomeno e i soggetti che vi gravitano”. Quindi, non solo prevenzione dei vari reati di microcriminalità che caratterizzano un po’ tutto il territorio provinciale, anche una serie di servizi messi a punto fondamentalmente per arrivare ad avere una profonda conoscenza di quello che è il contesto sociale.
Dall’identificazione degli avventori delle slot machine è emerso che chi le frequenta sono per lo più persone incensurate di età media attorno ai 50-60 anni. Spesso sono donne e pensionati che si ‘buttano’ a capofitto sulle macchinette mangiasoldi utilizzando la propria pensione, sperando di veder apparire quella combinazione che – in teoria almeno – dovrebbe cambiare loro la vita. Cosa che non accade, poiché – ovviamente – i pochi soldi vinti, vengono immediatamente reinvestiti nel gioco, come hanno constatato i militari dell’Arma. Il giocatore abituale arriva anche a spendere 700 euro a settimana, quello meno accanito anche 200-300 euro. Ideati per ‘spillare’ soldi a chi varca l’ingresso, le sale slot sono aumentate in modo preoccupante nei grandi e piccoli centri creando un allarme sociale particolarmente sentito e da più parti considerato ormai non più rinviabile.
A sentire la testimonianza di alcuni giocatori, si scopre che ci sono persone che ogni volta che giocano, spendono fino a 900 euro e senza mai vincere. Le persone si giocano i soldi dell’affitto e della pensione: è come una droga, a cui non si può rinunciare e per la quale il sabato sera si sperpera la paga settimanale appena riscossa. Il gioco d’azzardo è ritenuta la terza impresa italiana e ha un giro d’affari di 100 miliardi l’anno. L’Italia è il terzo paese del mondo per volume di gioco e il primo per spesa pro capite: 1.450 euro l’anno.
Nel corso dei controlli, sono stati impiegati 115 carabinieri e controllati 139 esercizi pubblici (bar, sale giochi e circoli). A seguito di verifica sono state rilevate 10 violazioni amministrative.