Nel pomeriggio del 02 luglio u.s., la Polizia di Stato di Messina, in collaborazione con militari della Guardia di Finanza, nell’ambito delle attività investigative connesse allo sbarco di migranti giunti nell’arco della precedente nottata a bordo della Nave “Dattilo” della Guardia Costiera, traeva in arresto un cittadino extracomunitario, di nazionalità tunisina, di anni 19, in quanto colto nella flagranza del reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato.

Nel corso delle indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile, in collaborazione con i militari del Nucleo P.E.F. – G.I.C.O. della Guardia di Finanza, si accertava che il migrante, giunto nel porto peloritano a bordo del citato pattugliatore della Guardia Costiera, unitamente ad altri 200 migranti di varie nazionalità, aveva già fatto ingresso illegalmente nel territorio nazionale, attraverso la frontiera marittima di Lampedusa nel mese di agosto del 2022 e, pertanto, respinto alla frontiera con provvedimento adottato dal Questore di Agrigento, quindi trattenuto presso il C.P.R. di Potenza e, successivamente rimpatriato in Tunisia. Alla luce delle evidenze probatorie acquisite, atteso che il migrante faceva reingresso illegale nel territorio nazionale, veniva tratto in arresto.

Nell’ambito del medesimo contesto investigativo condotto dagli agenti della Squadra Mobile finalizzato al contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina, venivano assunte sommarie informazioni dalle persone che erano in grado di riferire circostanze utili a descrivere le modalità con cui si era svolto il viaggio e ad individuare il/i soggetto/i che aveva condotto l’imbarcazione o che aveva/no svolto compiti ben determinati durante la lunga tratta compiuta in mare, si addiveniva all’identificazione dello scafista, un cittadino extracomunitario, di minore età, che governava il natante dal giorno della partenza dalla località di Sfax (Tunisia), fino al momento in cui venivano soccorsi, dopo oltre un giorno di navigazione, da un’unità navale, per essere poi trasferiti a Lampedusa.

Le informazioni rese dalle persone informate sui fatti trovavano conferma in un video archiviato su uno smartphone in uso ad uno degli escussi, che documentava, in maniera inequivocabile, che il soggetto che era al timone della piccola imbarcazione con motore fuoribordo era appunto il minore migrante individuato che, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza acquisiti, veniva sottoposto al fermo di indiziato di delitto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo le formalità di rito, il fermato associato presso il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni di Catania, a disposizione della Procura della Repubblica per i Minorenni di Messina.