L’ho dichiarato nel 2010 e lo ribadisco anche oggi: nel Teatro Stabile, negli ultimi sei anni, è mancata trasparenza e chiarezza di gestione. “Carenze” che, in quest’arco di tempo, hanno portato ad una parabola discendente culminata con gli ufficiali giudiziari che hanno posto i sigilli alla sala Verga. Eppure i segnali che la situazione era drammatica c’erano tutti: nel 2014 Il teatro ha subito un grave declassamento da parte del Ministero con il risultato di perdere ingenti finanziamenti. Un “campanello d’allarme” che andava preso nella giusta considerazione e che,invece, è stato volutamente ignorato. Da tanti addetti ai lavori sono stata tacciata di essere una “Cassandra” ma oggi i fatti mi danno ragione e il teatro rischia di restare chiuso fino a tempo indeterminato e- qualora l’ufficiale giudiziario portasse a termine il suo compito- senza nemmeno le poltrone. Parliamo di un’eccellenza catanese che è passata da più di 10.000 abbonamenti del 2006 a meno della metà nella stagione 2011-12. Il Teatro Stabile di Catania soffre una mala gestione che ne inficia il prestigio. Di chi è allora la colpa? Tutti i miei interventi per la trasparenza e la legalità non puntavano il dito a questo o a quel personaggio ma erano mirati ad una presa di coscienza collettiva per fare in modo che non si arrivasse a questo. Nel 2010, nel mio ruolo di vice presidente, ho lanciato un intervento dettagliato e preciso sulla direzione da prendere visto che c’erano le tempistiche e le modalità necessarie per riportare il teatro ai fasti di un tempo. Oggi il tempo è veramente poco e si rischia che sullo “Stabile” di Catania cali definitivamente il sipario visto le insidiose sabbie mobili in cui è finito: il laboratorio di scenografia è stato chiuso, i decreti ingiuntivi sono ormai all’ordine del giorno, la SIAE non viene pagata, i lavoratori non percepiscono stipendi da mesi. E ancora, il direttore artistico, contravvenendo alle regole del decreto Franceschini, ha programmato regie proprie per ogni stagione; anche gli spettacoli che vanno in tournée sono, in alcuni casi, solo quelli con le regie firmate dal direttore. Oggi il Cda non si può nascondere dietro al taglio dei contributi pubblici visto che lo l’attuale presidente dello “Stabile” parla di nodi vecchissimi che arrivano al pettine. Da consigliera comunale, e prima ancora da donna di teatro, che proprio 4 anni fa è stata allontanata dal ruolo di vicepresidente per aver chiesto trasparenza sui conti, chiedo di promuovere un’ispezione che porti in tempi certi a risultati concreti. Non è più tempo di elargire soldi pubblici se non davanti a una totale e definitiva trasparenza di gestione. Per questo rivolgo un appello al Sindaco Enzo Bianco e al nuovo presidente del Teatro Stabile Salvatore La Rosa. per un’azione ben precisa di trasparenza e di ascolto sullo Stabile che appartiene a tutti i catanesi.