Con una improvvisa delibera, il CdA del Teatro Vittorio Emanuele ha deciso di applicare il Contratto del Pubblico Impiego e, senza alcuna comunicazione, ha convocato “ipso facto” i Segretari delle Federazioni firmatarie di quel contratto, senza dare comunicazione alcuna ai Sindacati operanti nelle vicende del Teatro Vittorio Emanuele.
Ovviamente le Federazioni convocate non hanno accolto l’invito, non avendo, tra l’altro, nessun lavoratore iscritto. Successivamente il Sovrintendente, Dott. Saya, ha convocato i Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL per veicolare le idee e le determinazioni del C.d.A. Le Confederazioni non hanno approvato ne condiviso i percorsi intrapresi dal C.d.A.
Oggi, il Sovrintendente, nonostante le evidenti contraddizioni delle scelte operate ha riconvocato nuovamente le Federazioni del pubblico impiego, che non hanno attinenza con le attività del settore spettacolo. Tali attività, in tutta l’Italia, sono affidate al Contratto delle Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Nelle more, avendo agito per inibire le relazioni sindacali con i sindacati storici del settore e non avendo ancora avviato le relazioni con i nuovi soggetti sindacali “”autonomamente scelti”, il C.d.A ha deliberato una “apparente” riorganizzazione aziendale, senza affrontare i nodi storici delle problematiche del Teatro.
In pratica è stato rimesso in piedi un sistema di nomine a tempo, molto simile al percorso degli ultimi venti anni, costruito con lettere di nomina, incarichi, attribuzioni di responsabilità, e fondato su precarietà ed incertezza giuridica e normativa. Questa metodologia, negli anni, ha determinato il ricorso della massima parte dei lavoratori alla Magistratura.
Il CdA del Teatro ha, consapevolmente, avviato un controverso percorso di rottura relazionale che coinvolge non solo i livelli territoriali delle OO.SS., ma potenzialmente anche i livelli regionali e nazionali, a causa della atipicità della scelta di cambiare il contratto di riferimento.
E’ evidente che l’atteggiamento scelto comporta una ulteriore gravissima criticità, che si aggiunge all’intreccio infernale delle vicende del Teatro messinese.
I lavoratori del Teatro Vittorio sono ripiombati violentemente indietro nel tempo, come se le legittime proteste messe in atto e gli innumerevoli ricorsi alla Magistratura non ci fossero stati. Addirittura si sta tentando di mettere alla porta le rappresentanze sindacali e di gestire in proprio, senza alcun confronto con alcuno, ogni materia.
La Fistel Cisl considera sbagliata e senza sbocco la strada intrapresa dal CdA in modo unilaterale, eliminando, con una infelice strategia, ogni interlocuzione.
E’ opportuno ribadire che la Fistel Cisl non ha alcuna preclusione nel valutare ogni possibile percorso, ma questo deve essere accompagnato da corrette relazioni sindacali, nel rispetto dei reciproci ruoli e soprattutto deve dare garanzie di stabilità e certezza normativa ed economica ad ogni singolo lavoratore del Teatro di Messina.
Ma, se l’approccio alle annose questioni del Teatro Vittorio Emanuele è questo, siamo veramente preoccupati: riteniamo che la scorretta applicazione delle norme e i metodi relazionali messi in atto possano deludere attese e speranze dei lavoratori prima e poi anche della Città, che continua ad essere umiliata dai ruoli regionali che non hanno voluto dirimere le questioni del personale definendo Equiparazione e Ruoli gestionali dei dipendenti, in uno con le attese e le richieste di artisti, professori di orchestra e personale stagionale. Non possiamo non evidenziare, anche in questa circostanza, il silenzio dell’ Assessorato al settore, a cui chiediamo da questa sede, con massima urgenza, ufficiale pronunciamento sulla questione aperta dal CdA.
Invitiamo con insistenza il Sovrintendete ed il CdA del Teatro Vittorio a mettere in atto un sistema relazionale adeguato alle circostanze in essere, senza cedere all’errore di attuare solitari e controversi percorsi autoritari ed autoreferenziali. Ricordiamo il significato della parola: contratto è un accordo tra le parti, e non può darsi che una sola parte si accordi con se stessa.