“Dai cantieri di lavoro ai cantieri di servizio. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha cambiato il nome, ma non il solito e vecchio spirito assistenziale. E’ questa la sua rivoluzione?”. La Filca Cisl di Messina lancia strali contro lo stanziamento da 50 milioni di euro di appena due giorni del Governo regionale per l’apertura dei cantieri dove saranno impiegati 20mila disoccupati con una retribuzione variabile da 500 euro a 1000 euro dal suo Consiglio Generale che si è tenuto questa mattina alla presenza del segretario regionale Filca Cisl Santino Barbera e del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese. “Non è così – ha denunciato Giuseppe Famiano, segretario provinciale della Filca – che si combatte la grave crisi di occupazione e di lavoro nel settore edile. Questo è solamente sfruttamento di giovani che così non avranno mai una vera occupazione e le tutele previste dalla legge. In Sicilia si continua a vivere ancora di assistenzialismo, i politici non capiscono che i lavoratori hanno bisogno di certezze. Sarebbe stato più opportuno che i fondi fossero stati affidati ai singoli Comuni per poi ricorrere ai cottimi fiduciari con imprese locali che avrebbero impiegato a pieno salario lavoratori e disoccupati”.
Il Consiglio Generale della Filca Cisl, al termine dei lavori, ha approvato un documento per impegnare la segreteria provinciale e regionale nel pressare i futuri amministratori di Messina e dei comuni della provincia al voto domani e lunedì per avviare, entro la fine dell’estate, tutti quei cantieri le cui opere sono state già finanziate e sono ferme per problemi burocratici. “Confidiamo che chi siederà sulle poltrone di Palazzo Zanca – ha detto Famiano – si sia reso conto, nel corso della campagna elettorale, di quanta difficoltà c’è tra i lavoratori in città e in provincia. Vi sono centinaia di opere immediatamente cantierabili, come si sta verificando nel corso del tavolo permanente istituito allo Iacp dopo la manifestazione di mercoledì scorso. Adesso tocca a tutti gli altri Enti sburocratizzare l’avvio delle opere già finanziate”.
Ci sono le condizioni e le risorse per dare avvio a lavori pubblici che possono dare soluzioni al lavoro vero per il settore edile e per risolvere annosi problemi di Messina – ha ribadito il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – Per fare ciò però bisogna accelerare tutte le pastoie burocratiche, a partire da quelle che al momento impediscono l’avvio dei lavori per la costruzione del porto di Tremestieri. Senza il rinnovo dei poteri speciali e la definizione della stazione appaltante si rischia di aspettare altri trent’anni come per gli svincoli – ha denunciato Genovese – altro che rinnovo della concessione della rada s. Francesco per tre anni”. Genovese ne ha anche per pl Presidente Crocetta: “Ancora una volta denunciamo il suo silenzio sul mancato scioglimento dell’Ente Porto che impedisce la possibilità di dare sviluppo al recupero produttivo della zona falcata e di tutto l’affaccio al mare. La rivoluzione siciliana si realizza con i fatti e non con la vecchia politica assistenziale. Mobilità, risanamento, infrastrutture, sono il volano per uno sviluppo del territorio e per creare lavoro vero e non sfruttamento, illegalità e malaffare”.
La crisi, dopo gli appalti pubblici, sta investendo anche il settore privato dove a Messina e provincia si è perso oltre 1500 posti di lavoro nell’ultimo anno, ben 5000 negli ultimi 5 anni.
“Non si pensi più allle campagne elettorali ma ci si concentri sulla vera emergenza della Sicilia e delle grandi città – ha rilanciato il segretario regionale Santino Barbera – Bisogna rilanciare il lavoro e l’occupazione e come sindacato continueremo a protestare affinché questa priorità venga messa al primo punto dell’agenda delle Amministrazioni in carica e di quelle di prossima elezione. Bisogna dire basta alle parole, si passi ai fatti provvedendo a una programmazione veloce e dettagliata per il rilancio dell’edilizia, da sempre settore trainante per la ripresa economica e per uscire dalla crisi che colpisce la Sicilia da quattro anni”.