Il Natale del terzo millennio è quello di farmville su facebook, dove ognuno ha il suo albero e presepio personale. Ma un teologo lancia l’appello: “staccatevi dal computer” Sulla rete impazza la manìa del ‘Social Christmas’, il Natale su facebook, twitter e chat varie. Tra le pagine più cliccate dei motori di ricerca, spicca “come fare gli auguri di Natale più belli su facebook”, dove tutti si divertono a cercare immagini e regalini particolari. Ormai per gli Auguri di Natale anche gli ‘Sms’ sono considerati antiquati: viviamo nell’era dei social network e proprio in queste realtà virtuali c’è chi ha intenzione di trascorrere le festività Natalizie. Sì, come se fosse una vera e propria vacanza: “tu dove vai a Natale? New York, Miami, Chicago, Parigi, Roma, in montagna, stai a casa”?. No, “sto su facebook”: è una manìa. E così potrete trovarvi a fare gli auguri ai “vostri contatti” attraverso una mail privata o la chat, stando ben attenti a personalizzare il vostro “status” su Facebook. Occhio a Twitter: potrete lanciarvi nella mischia del live blogging di Natale, informando tutti i vostri Followers su ciò che sta succedendo intorno a voi, magari giocando a Texas Hold’em, guardando dove stanno trascorrendo il Natale i vip. La tecnologia non ci lascia mai. Allora con un cellulare con tecnologia UMTS, una connessione al Web o Wi-Fi e sistema operativo compatibile, potrete trasmettere in streaming il vostro programma di Natale dal vostro salone: avanti con Ustream e Livestream. Senza dimenticare, prima di cominciare la “diretta”, di inviare una serie di biglietti di auguri digitali con Flickr Ma il teologo morale campano, padre Antonio Rungi, non ci sta e invita tutti “a non utilizzare per l’intero periodo di Natale Internet e social network se non per motivi di lavoro. Soprattutto agli studenti e a quanti in questi giorno sono più liberi e non sanno cosa fare durante la giornata”. Per padre Rungi “a recuperare in questo tempo particolare le vere e reali amicizie,m, quelle reali, quelle instaurate con le persone che conosciamo o sono della nostra stessa città. Non ha senso chattare con amici, parenti e conoscenti se siamo nello stesso palazzo, nella stessa strada, nello stesso rione e nella nostra stessa città. E’ addirittura un’assurdità se chattiamo con le persone che sono nella nostra stessa abitazione o palazzo. Cosa umana e giusta è che incontriamo le persone dal vivo perché il periodo natalizio non è un tempo di virtualità, ma di realtà, di concretizzazione di azione, di incontri veri, di servizio a chi effettivamente necessita del nostro aiuto e del nostro conforto”. E allora padre Rungi lancia l’appello: “Carissimi giovani, carissimi ragazzi e soprattutto voi bambini a Natale godetevi la famiglia, le amicizie, la natura, i tempi di incontro con i vostri amici veri in luoghi concreti e non solo su quelli del web. Il web come tutte le cose se usate in eccesso fanno male e creano dipendenza. Siamo liberi da questi che sono strumenti e non fini dell’esistenza umana e dei rapporti sociali. In alternativa recuperiamo a Natale gli spazi veri dei nostri incontri, magari anche ad amici e persone che abbiamo conosciuto in rete – afferma il teologo – ma che siano persone serie, certe, che non creato problemi e sono persone che vogliono interagire realmente e non solo virtualmente. Sempre più frequentemente le persone conosciute in rete, sui network sociali e specie su Facebook si rivelano dei veri e propri fallimenti in tutti i sensi. I mezzi di comunicazione sociale vanno usate prudentemente e saggiamente, con le dovute accortezza, senza essere schiavi di essi come sempre più frequentemente avviene”. La magìa del Natale è quella che si respira nelle strade, è quella che si palpa durante la notte guardando il cielo e sperando che spunti tra le stelle una slitta trascinata dalle renne. Ma in fondo anche Babbo Natale potrà scegliere di usufruire delle nuove tecnologie, spedire un “pacco virtuale” come regalo e starsene comodamente seduto in poltrona dietro il monitor di un computer. Tu come la pensi?
Tempostretto.it – Peppe Caridi