L’utilizzo eccessivo e l’ insorgenza di patologie tumorali, negli ultimi tempi, hanno acceso il dibattito tra esperti in materia, mettendo in evidenza le reali conseguenze determinate dalla esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche. Oggi, dopo tanto tempo è giunta una “certezza” , ed arriva dalla Corte d’appello di Brescia, che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta di un 57enne, Innocente Marcolini, di riconoscimento di malattia professionale. Il tribunale ha dunque associato lo sviluppo di un tumore benigno al trigemino all’esposizione alle onde provenienti da cordless e telefonini: “Stavo incollato al cellulare almeno per cinque ore al giorno – racconta Marcolini, ex dirigente di una multinazionale – per trattare con clienti di mezzo mondo, dal 1992 al 2002, e poi un giorno, all’improvviso, il dolore, una paresi e quindi l’inizio del mio calvario”. In primo grado la richiesta del manager era stata bocciata dal giudice del lavoro, ma la Corte d’appello ha ribaltato la sentenza riconoscendo a Marcolini un’invalidità nella misura dell’80 per cento. “Dopo la scoperta del tumore – aggiunge Marcolini – mi sono sottoposto ad un intervento chirurgico, che pur essendo stato eseguito alla perfezione, non poteva non lasciare delle conseguenze, alla luce dell’interessamento di un ganglio. Così, ancora oggi, faccio i conti con un costante dolore all’occhio, che nei momenti peggiori devo contrastare con la morfina”. Dopo la sentenza d’appello, adesso la palla passa alla Cassazione. In quella sede la vicenda conoscerà un epilogo definitivo. E intanto, tra le società di telefonia, cresce l’apprensione: il caso relativo al manager bresciano potrebbe infatti costituire un precedente devastante per il business delle aziende, visto che, in caso di conferma da parte della Cassazione, sarebbe facile prevedere una pioggia di richieste di risarcimento. In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, già da adesso, possiamo adottare alcune buone pratiche a tutela della nostra salute e di chi ci sta accanto, sulla scorta di quanto consigliato dagli esperti a proposito di un uso responsabile del telefonino. Anzitutto, occorre evitare che i bambini al di sotto dei 12 anni utilizzino il cellulare; usare sempre l’auricolare, o meglio ancora il vivavoce; restare a più di un metro di distanza da una persona che parla al cellulare; non tenere l’apparecchio sul corpo, anche se non si sta telefonando; rivolgere sempre all’esterno il lato del telefono con l’antenna; utilizzare il cellulare per conversazioni brevi; non mettere l’apparecchio vicino all’orecchio prima dell’inizio della conversazione; evitare di utilizzare il telefono in presenza di un segnale debole, oppure in macchina o in treno; privilegiare la comunicazione via sms; all’acquisto del cellulare, scegliere apparecchi con una potenza di assorbimento elettromagnetico .
Tempostretto.it – Piera Trimboli