Uno, nessuno e quattromila… Alecci si ribella contro il provvedimento iniquo sui servizi sociali: “Pronto a protestare sotto il Ministero”

Il Consigliere Regionale Ernesto Alecci ha lanciato un duro attacco contro un recente provvedimento ministeriale che, a suo dire, penalizza il Sud Italia nel potenziamento dei servizi sociali comunali. La norma, che avrebbe dovuto favorire l’assunzione di nuovi assistenti sociali per garantire un miglior servizio alla popolazione, sembra invece avvantaggiare solo le regioni che già dispongono di un buon rapporto tra assistenti sociali e abitanti, lasciando indietro le aree che ne avrebbero più bisogno, come il Meridione.

Secondo Alecci, il provvedimento, nato con l’intenzione di portare la presenza degli assistenti sociali a un rapporto di 1 ogni 5.000 abitanti e successivamente a 1 ogni 4.000, è attualmente applicabile solo nelle regioni dove già esiste un rapporto più favorevole (1 ogni 6.500). “È una misura che colpisce proprio i territori in cui il numero di assistenti sociali è più basso e in cui, quindi, ci sarebbe una maggiore urgenza di intervento”, ha dichiarato l’ex sindaco di Soverato e presidente dell’Ambito Sociale locale.

La disparità introdotta dal provvedimento, spiega Alecci, è simile a una situazione in cui, in un pronto soccorso, si darebbe priorità ai pazienti con codici verdi o bianchi, lasciando indietro i codici rossi che richiedono cure urgenti. Il problema, però, non si ferma solo agli assistenti sociali: l’inadeguato potenziamento dei servizi sociali si riflette su tutto il sistema di assistenza, già gravemente carente nelle regioni del Sud Italia, dove le famiglie più fragili rappresentano una porzione significativa della popolazione.

In risposta a questa situazione, Alecci ha presentato una mozione in Consiglio Regionale, chiedendo che la Giunta Regionale si faccia carico della questione e faccia pressione sul governo nazionale per modificare i criteri del provvedimento. Lo scopo è permettere anche ai territori che non soddisfano i requisiti iniziali di beneficiare dei fondi destinati al potenziamento dei servizi sociali.

Alecci sottolinea l’importanza cruciale di una rete di assistenza sociale ben funzionante. Gli assistenti sociali sono definiti da lui come le “sentinelle del disagio”, in prima linea nell’intercettare e gestire le difficoltà delle famiglie più vulnerabili. “Senza un numero adeguato di professionisti – ha aggiunto – queste persone rischiano di finire per gravare ulteriormente su un sistema sanitario già saturo”.

Secondo il consigliere, non basta limitarsi al potenziamento del corpo degli assistenti sociali. Anche educatori professionali e psicologi dovrebbero essere inclusi nel perimetro del provvedimento per migliorare complessivamente i servizi sociali pubblici, offrendo un supporto integrato e completo alle famiglie in difficoltà.

Alecci si dice pronto a prendere iniziative drastiche nel caso in cui non ci siano risposte concrete alle sue richieste. “Se continuerò a non avere risposte – ha dichiarato – sono pronto a recarmi a Roma e protestare direttamente sotto il Ministero”. Un atto simbolico di forte impatto, volto a sottolineare la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato per risolvere un problema che rischia di esacerbare le già profonde disuguaglianze territoriali nel Paese.

L’impegno di Alecci continua senza sosta per garantire che anche le regioni meridionali possano beneficiare del potenziamento dei servizi sociali, con l’obiettivo di costruire una rete di assistenza che funzioni in maniera equa ed efficace in tutto il territorio nazionale.