foto1Secondo appuntamento al Teatro Comunale con la rassegna teatrale Vacantiandu con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta e inserita nell’omonimo progetto regionale con validità triennale finanziato con fondi PAC.

Valori individuali e affiatamento collettivo. Questi i tratti salienti del Teatro dei Saitta che da Catania, ospiti per la prima in Calabria, hanno portato in scena L’Aria del Continente di Nino Martoglio. Una famiglia nella vita e una famiglia sulla scena Salvo, Katy ed Eduardo Saitta che, da oltre 50 anni, vivono e fanno vivere il teatro con un repertorio vastissimo che va dai classici (Goldoni, Pirandello, Martoglio, De Roberto, Molière) a testi contemporanei scritti e interpretati dal più giovane dei Saitta, Eduardo. L’Aria del Continente è uno spettacolo dove i meccanismi della comicità e certe invenzioni registiche di gesti e pose sollecitano risate senza soluzione di continuità e applausi a scena aperta.

La trama è nota: Don Cola Duscio è un ricco possidente che, reduce dal Continente dove è stato operato di appendicite, ostenta modi liberi ed una amante “forestiera”, Milla Milord, canzonettista d’alto bordo, che si rivelerà poi essere una piccola meretrice dell’interno dell’isola. La figura di Cola Duscio attraverso l’arte vibrante di Salvo Saitta è mirabile dall’inizio alla fine. La nonchalance con cui ostenta lo spirito continentale disprezzando e commiserando il modus vivendi dei suoi familiari. La gelosia incollata al cuore ma ben dissimulata da sorrisi e atteggiamenti magnanimi. L’assoluta padronanza del gesto nella scena che mima l’operazione di appendicite. I calembour linguistici che, in un dialetto di acqua e di fuoco, come quello siciliano acquistano sonorità materiche da farfuglio musicale.

foto2La scena del balletto sul tavolo che diventa furibonda vis comica richiamando in alcuni tratti il Ciampa di Pirandello fino all’agnizione finale e alla sua ricerca di rifugio e sicurezza tra le braccia della sorella-madre. E gli apporti pirandelliani al personaggio sono ancora visibili in quel sottile gioco dell’Essere e dell’Apparire, in quel “farsi” continentale con la rabbiosa consapevolezza di “essere” siciliano di nascita, di carattere, di abitudini e di pensiero.

Magnifica presenza Katy Saitta nei panni Maristella, sorella di Cola. Alta, altera e spigolosa è la vera “domina” della casa e della scena. Moglie e madre inflessibile, tocca a lei difendere l’onore della famiglia e lo fa con veemenza e veggenza e con un gusto per la bagarre, non solo linguistica, padroneggiando lo spazio scenico. Suo contraltare è Orazio Torrisi la cui sapienza comica ci regala un Licino deliziosamente infoiato. Eclettico Eduardo Saitta nel doppio ruolo di Michelino e Fifo. Tanto inane e grigio, con punte di esilarante goffaggine il primo quanto squillante e irriverente, con punte di femminea isteria il secondo. Ma anche regista attento e rigoroso che ha saputo imprimere nuova vitalità al testo consegnandoci un meccanismo scenico perfetto che scorre godibilissimo e che va oltre la comicità delle battute per rifondarsi sulla mobilità espressiva degli interpreti e sulla grande vivacità di ritmi e di colori.

E grande cura è riservata, infatti, a tutti i personaggi: l’umanissimo delegato, puro paladino della legge (Aldo Mangiù); la disinvolta e maliziosa Milla Milord (Annalise Fazzina) che si destreggia tra inganno e strategie seduttive; Cecè (Massimo Procopio), carezzevole lusingatore; la schietta e verace serva di casa Duscio (Eleonora Musumeci); l’intrepida Clementina (Federica Gambino) che, in un monologo da manuale, sa imporsi con l’autorevolezza di una piccola donna.

Successo pieno, applausi scrocianti e pubblico molto molto divertito. Al termine della commedia l’omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato alla Compagnia Teatro dei Saitta.

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