“Tre indizi possono anche fare una prova. Dopo le mancate notizie sul nuovo ospedale e la liquidazione della Fondazione Campanella, anche per quanto riguarda il Sant’Anna Hospital, fiore all’occhiello della sanità privata catanzarese, la Regione e il Commissario straordinario sembrano orientate a penalizzate il sistema sanitario della città di Catanzaro.
Lascia quantomeno perplessi apprendere dell’esclusione del Sant’Anna Hospital di Catanzaro dalla Rete dell’Emergenza-Urgenza, così come questa è stata delineata dal decreto del Commissario alla sanità dello scorso 2 aprile. È infatti inspiegabile come possa la Rete stessa ignorare un centro di alta specialità del cuore che registra circa 800 angioplastiche all’anno (ben oltre gli standard minimi di qualità richiesti), che è dotato di due sale di Emodinamica e di una sala “ibrida”, tra le prime attivate in Italia e che si avvale di una unità operativa di Cardiochirurgia, unica in Calabria a superare abbondantemente il limite minimo di sicurezza, fissato da norme ministeriali in 500 casi all’anno.
La scelta del commissario, quindi, ancor prima che l’ospedale in sé, che rimane comunque patrimonio prezioso e irrinunciabile della città capoluogo, sembra colpire la sicurezza dei pazienti che rischiano di non trovare più una risposta pronta nel caso in cui dovessero far fronte a un infarto in fase acuta. Pazienti che, è quanto mai opportuno rammentarlo, giungono al Sant’Anna non solo dalla città di Catanzaro ma da tutta la Calabria.
E’ quindi auspicabile che la Regione e il commissario tornino sui loro passi e, nell’interesse esclusivo dei cittadini calabresi, riconoscano una volta per tutte il ruolo che il Sant’Anna Hospital svolge da anni al servizio della nostra terra e del suo sistema sanitario; ruolo che, paradossalmente, la massima rappresentanza istituzionale dimostra di voler ignorare, a differenza di quanto dimostra invece la comunità medico scientifica italiana e internazionale, che al S.Anna ha tributato riconoscimenti e che con il S.Anna collabora regolarmente sia sul fronte diagnostico e terapeutico e sia su quello degli studi e della ricerca.”