Giustizia, Maiolo: “Stop agli abusi nelle intercettazioni, si conducano le indagini sul campo e si tengano separate le cariche. Dibattito giustizia avvenuto ieri in occasione della presentazione del libro: “28 marzo. Il fattaccio di viale famagosta” di Tiziana Maiolo.

 “La giustizia necessita di una riforma, è speriamo sia la volta buona con questo Governo. Basta alle intercettazione come unico o quasi strumento di indagine, basta agli abusi, ai rapporti stretti Gip-Pm, alle veline giornalistiche create ad hoc. L’Italia rischia così di non essere più uno stato democratico. Ho voluto creare una distanza tra la Pm e il Gip in questo romanzo perchè così dovrebbe essere” – queste le argomentazioni di Tiziana Maiolo autrice del giallo “28 Marzo. Il fattaccio di Viale Famagosta”. 

Opinioni condivise anche dagli altri partecipanti e in particolare da Enza Bruno Bossio, Segretario Associazione ‘Riforma Giustizia per la difesa dello stato di diritto’ che commenta: “Con l’abuso delle misure cautelari spesso le persone vengono incarcerate senza alcuna prova”. 

“C’è bisogno di tenere maggiormente in considerazione la presunzione di innocenza”. – afferma Chiara Chiaravallotti, magistrato, Presidente del Tribunale di Latina-. “Sin dai miei primi anni in magistratura ho notato che più che di processi accusatori, si tratta di processi ‘indaginocentrici’ “.

“Oggi il giornalismo giudiziario è velinaro, non c’è più il giornalista d’inchiesta e i Pm fanno un uso strumentale della comunicazione” – argomenta Francesca Scopelliti, Presidente “Fondazione Enzo Tortora”. “Parlando del libro” – prosegue Scopelliti -, “la solidarietà femminile è un tema a me caro e di cui io stessa sono stata fatta oggetto all’arresto di Enzo Tortora e una delle donne che mi ha sostenuto e aiutato è stata proprio Tiziana Maiolo. Colgo, leggendo, la sua empatia verso ciò che le sta più a cuore”.

Interventi anche da Maria Teresa Santaguida, giornalista RAI, Antonietta De Nicolo’, avvocato, Enrico Seta, fondatore dell’Associazione ‘Riforma Giustizia per la difesa dello stato di diritto’ nata di fatto proprio ieri, Antonello Talerico e Valerio Murgano.

Il libro narra le storie di quattro donne: una Pm, una giornalista, un avvocato, una donna lesa nella sua dignità. Siamo a Milano, negli anni ’90, nel garage di viale Famagosta, vicino a quell’hinterland del sud-ovest noto come uno dei capisaldi della ‘ndrangheta calabrese che fa da sfondo a questo giallo.

 

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