Di seguito il comunicato stampa diffuso da Salvatore Scalzo: <<Quanto avvenuto in Calabria e con punte dell’incredibile nella Provincia di Catanzaro negli ultimi giorni rammenta non solo gattopardesche memorie ma soprattutto una tendenza spinta alla morte della politica. La politica muore se non è sostenuta dalla libertà e dalla dignità delle persone e se si trasforma in guerra di posizionamento dove si perde la connessione tra i curriculum delle persone e le posizioni scelte, pur nella legittimità dei cambi d’opinione. Solo in calabria può succedere che alcuni tra i responsabili del commissariamento del PD calabrese, possano pensare di rappresentare da protagonisti, come a Catanzaro, presunto risveglio dello stesso partito con una serie inopportuna se non improponibile di presenze. E per giunta presentarsi da renziani e rottamatori. Siamo all’assurdo. Da romanzo. Parliamo della somma di una classe dirigente di amministratori e politici che portano molte responsabilità degli ultimi 20 anni di gestione del territorio calabrese con i risultati negativi sotto gli occhi di tutti dall’economia al sociale. Ma ci sara’ ancora una volta una Catanzaro e una Calabria democratica che resisteranno. Adesso la misura e’ colma. Sia Cuperlo che Renzi devono mettere ordine. Ora. E chiarire, nel Meridione, il loro rapporto con i vecchi notabilati, i molti capibastone legittimamente definiti da Fabrizio Barca, che hanno sottosviluppato o compromesso, spesso irreparabilmente, le potenzialità di questa splendida regione. In particolare sulla Provincia di Catanzaro, anche Magorno dica da che parte sta. Perché il rinnovamento si pratica, non si predica e soprattutto i destini dei territori non si decidono tra intimi a Rende, secondo le tristi tradizioni di sempre. Lo faccia subito, altrimenti bisognerà chiedere sopra di lui. E se le risposte non ci saranno anche chi guarda, dal suo lato, a Renzi come rivincita del sud, sarà obbligato a riorganizzarsi in Calabria su basi autonome e diverse lungo una linea unica del rinnovamento e della credibilità nei fatti. Salvatore Scalzo.>>